Associazione Culturale "PRO BIRGI"

Associazione Culturale "PRO BIRGI" per la Valorizzazione e lo Sviluppo di BIRGI e della Sua Riserva Naturale * ___________________________________ BIRGI e lo STAGNONE ! : .....unni l'aceddi ci vannu a cantari e unni li pisci ci fannu l'Amuri ! ________________________________ Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001

sabato 28 novembre 2009

a Monaci e Parrini.....sintitici a Missa e.... (Pietro Fullone 1600...)

a Monaci e Parrini sintitici a Missa e… stuccaticci li rini
(Petru Fudduni)
Scritto da Franco Gambino
Venerdì 27 Novembre 2009 08:13

Si cunta e si ricunta chi Petru Fudduni,celebre poeta popolare palermitano vissuto nel XVII secolo, pur essendo un cattolico credente, raramente si vedeva in chiesa ad assistere alle funzioni religiose in quanto i preti lo irritavano e infatti, era solito ripetere: …… "A monaci e parrini, sintitici a missa e stuccatici li rini!". Malgrado ciò,.....

un rapporto di sincera cordialità lo legava al Parroco della chiesa del suo quartiere, certo Patri Nuofriu. Da tanti anni Patri Nuofriu era intento a tradurre in latino la "Divina Commedia", che si proponeva di pubblicare, lavoro che effettuava la sera con particolare devozione. L'unica compagnia dei suoi studi notturni era il fedele gatto che aveva con pazienza ammaestrato a tenere tra le zampe una candela accesa.
Una sera Petru Fudduni, trovandosi a passare dalla casa del prete, notò il comportamento piuttosto strano e contro natura dell'animale. Il parroco, orgoglioso dei risultati ottenuti col gatto, disse : “U Viriti, Caru Petru Fudduni, , la scienza fa veru miraculi, contru li stritti reguli ra natura, ca sinni fottino dilla ntilligenza dell’uomo.”
"Mpossibili, Mpossibili!" – replicò all’istante Petru Fudduni- “…a natura non potrà mai essere vutata, e a scienza s’illude di potilla dominari, picchì a forza ra natura è invincibili, e…

"quannu la forza cullà ragion cuntrasta, a forza vinci e… a ragiuni nun ci abbasta!".
Da qui ne nacque un’accesa discussione che si placò solo con la promessa, da parte di Petru Fudduni, della prova inversa che avrebbe fornito il giorno appresso. E così, la sera successiva, il poeta si ripresentò a casa di Patri Nuofriu e si sedette attorno al tavolo, assistendo alla stessa scena del giorno innanzi; il gatto serafico non si distraeva affatto e svolgeva la consueta funzione di "candeliere", dando sempre maggiore prova al suo padrone della sua incontestabile teoria: "la natura dapprima si domina e quindi si sottomette". E mentre l’ingenuo parroco era intento a scrivere, Fudduni, non visto, uscì dalla tasca della giacca un topolino che si era portato appresso e che si teneva stretto nel pugno, liberandolo al bordo del tavolo.

Il gatto, alla vista del topo, lasciò andare per aria la candela per corrergli dietro, con grande disappunto di Patri Nuofriu. E Petru Fudduni, con un ghigno sulle labbra: ………………………………..…………………."Sempri ‘a natura è chidda ca vinci!".
Patri Nuofriu, punto nell’orgoglio, pur non avendo tanta voglia di contestare, si limitò a dire: "Picchì un pigghi mugghieri e lassi in paci li boni cristiani?" E Petru: "Picchì a fimmina è comu a atta: cchiù l’allisci e cchiossai ti gratta!" E mentre stava per andarsene, se ne uscì, con un’altra delle sue proverbiali frasi: "Marìtati, marìtati ca mmentri avìvi un pinseri sulu ……. ti nnì isti a mettiri tanti". "Beddi cunsigghi ca si dannu all’amici!". Poi, tirandosi dietro l’uscio: "Stativi in bona saluti, patri Nuofriu." Come a dire …..: i.a. f.n.c. ! con rispetto !


Lu Surci (Giovanni Meli- 1740-1815)


Un surciteddu di testa sbintata

Avìa pigghiatu la via di l'acìtu,

e faceva na vita scialacquata

cu l'amiciuni di lu so partitu.

Lu ziu circau tiràllu a bona strata,

ma zuppau a l'acqua, pirch'era attrivitu,

e dicchìu la saìmi avìa liccata

di taverni e zàgati peritu.

Finalmenti mucidda fici luca;

iddu grida: Ziu, ziu, cu dogghia interna;

so ziu pri lu rammaricu si suca;

poi dici: "lu to casu mi costerna;

ma ora mi cerchi? chiaccu chi t'affuca!

Scutta pri quannu jisti a la taverna."

giovedì 26 novembre 2009

Molti scritti , contenuti in questo BLOG , hanno un preciso scopo : ..... favorire la Meditazione !

da PLATONE –427-348 a.C. – La repubblica, libro VIII-

…… QUANDO UN POPOLO, DIVORATO DALLA SETE DELLA LIBERTA’, TROVA AD AVERE A CAPO DEI COPPIERI CHE GLIENE VERSANO QUANTO NE VUOLE , FiNO AD UBRIACARLO, ACCADE ALLORA CHE, SE I GOVERNANTI RESISTONO ALLE RICHIESTE DEI SEMPRE PIU’ ESIGENTI SUDDITI, SONO DICHIARATI TIRANNI. E AVVIENE PURE CHE :
- CHI SI DIMOSTRA DISCIPLINATO NEI CONFRONTI DEI SUPERIORI E’ DEFINITO UN UOMO SENZA CARATTERE, SERVO;
-CHE IL PADRE IMPAURITO FINISCE PER TRATTARE IL FIGLIO COME SUO PARI, E NON E’ PIU’ RISPETTATO;
-CHE IL MAESTRO NON OSA RIMPROVERARE GLI SCOLARI E COSTORO SI FANNO BEFFE DI LUI;
- CHE I GIOVANI PRETENDONO GLI STESSI DIRITTI, LA STESSA CONSIDERAZIONE DEI VECCHI, E QUESTI PER NON PARER TROPPO SEVERI, DANNO RAGIONE AI GIOVANI.
IN QUESTO CLIMA DI LIBERTA’, NEL NOME DELLA MEDESIMA, NON VI E’ PIU’ RIGUARDO NE’ RISPETTO PER NESSUNO.
IN MEZZO A TANTA LICENZA NASCE E SI SVILUPPA UNA MALA PIANTA :
La TIRANNIA !

sabato 21 novembre 2009

Un Amore....per la Danza Popolare !





franco gambino (articolo per "Marsala c'è" del 20 -11 - 2009 )
un Amore….!……… per la “danza popolare” !

……Mi pare di vederla , ora , ballare con quell’istinto e quella vitalità come ad invogliarti a generare sentimenti di gioia, a coinvolgerti ed a trasmetterti quella raffinatezza dei suoi gesti.. Proprio in quegli attimi di quel Ballo ( la “Fasola” ) improvvisato nel chianu di casa ru Zzù Giuvanninu , “ e Birgi”….sullo scenario struggente di uno Stagnone luccicante al chiaro di luna, ancora incontaminato, al suono di un friscalettu di canna e della mia chitarra, ho visto i suoi occhi, come due stelle luccicanti puntate su di me, mentre , sudavo freddo per quei “fremiti ” che l’Amore in un tutt’uno con la danza, ci aveva …”regalato”. (anni 60’)
Durante quel Ballo pantomimico interminabile Ella invitava il fratello, che a piedi nudi cadenzava la danza alternando, in dietro e avanti, i suoi movimenti come “rannicchiato”, alternando le mani come a complimentarsi ed a sorriderle mentre, di risposta, Lei, con movimenti flessuosi ma severi muoveva le sue braccia verso l’alto come in senso di libertà, in un rituale , portando di tanto in tanto le mani ai fianchi o innalzando le braccia arrotondate sulla testa. Ad un certo punto la “stagghiata” del ballerino, con uscita di scena e l’inserimento in scena di Ciccio Bilello. Qui la danza assumeva un aspetto comico o grottesco….si perché Ciccio (virtuoso ballerino di….chianu !) si rivolgeva a Lei con mosse , riverenze o scherzi…ballando a piedi nudi ed anche Lui producendosi in “taccu e punta” o inginocchiandosi davanti a Lei ponendo in terra un sol ginocchio, ora l’uno ora l’altro e favorendo la ruota elegante di Lei…. a girarle intorno. A volte Le mandava baci o fingeva di volerla abbracciare mentre Lei scansandolo con eleganza giocava -eterea- con i piedi a piccoli passettini. Ogni tanti Zio Giovanninu cu friscalettu cci dava la “ncasciata” in modo da sottolineare le improvvisate figure mentre un pubblico di amici e parenti , applaudiva fragorosamente…. tutti coinvolti in quella danza. Alla fine stanca, ma felice, mi veniva vicino per guardarmi…..dentro “l’anima”. Le porgevo il mio fazzoletto e mentre se lo passava sulla fronte…cento pensieri affioravano alla nostra mente !
Ero (…e sono) convinto che la Danza popolare possa insegnarci e trasmetterci con grande forza tutti quei benefici contenuti nelle belle tradizioni della saggezza popolare. E ricordo ai miei Cari Lettori che , un tempo, la Danza era una speciale occasione d’incontro o di conoscenza tra le persone, in un clima non competitivo , né a scopo di esibizione ma era un rituale di allegria e divertimento dove erano vissuti sentimenti come la gioia, la sensualità, il rispetto, la complicità, l’Amore, a secondo del rapporto creato.
La Danza popolare Siciliana di una volta – diceva Ignazio Buttitta- è pittura o poesia …fatta a gesti con la musica che richiama ad una immagine, ma è poesia –se volete- fatta di parole che evocano una immagine in movimento.
Ancora oggi credo che La Danza sia la prima espressione artistica del genere umano perché ha come “strumento” il corpo. Essa è preghiera o momento di aggregazione nelle feste popolari, e , in ogni caso nel corso degli ultimi anni è stata lo specchio della società, del pensiero e…..dei comportamenti umani.
……..e con il permesso dei miei Cari lettori dedico questo meraviglioso Canto d’Amore alla Danzatrice della mia Vita !
NNI TIA canto d’Amore-
Il canto dolce , l’accompagnamento “soffice”
arricchito dal mandolino- Taormina epoca 800

Supra la timpa c’è lu paraddisu
picchì ci stai tu rosa adurusa
Lu cori e l’occhi mei ci l’hai imprisu
dinta sta ninfa purtintusa
Si ddà cresci lu meli
ccà donanu stu munnu
Unni li sonni mei
già vestunu prufunnu
Sti notti senza fini e né riposu
affunnanu chist’occhi unni cci posu

Nni tia Nni tia- Nni tia Nni tia-
Nni tia Nni tia.

Fammi passari na nuttata sana
da li to vrazza scinni nta lu to cori
Fammi pruvari Tu fata morgana
comu si campa e poi comu si mori
Di zagari e di lumei
c’adornanu stu munnu
Unni li sonni mei
già vestinu profunnu
Sti notti senza fini e né riposu,
s’affunnanu nnà st’occhi unni ci posu.

Nni tia – Nni tia -…………

venerdì 13 novembre 2009

a BIRGI.......C'amu a ffari ? = P-P-P = Promesse , Propositi, Progetti......=Pigghiatipiffissa !





BIRGI : si nun campa mori e… si nun mori campa
Scritto da Franco Gambino
Venerdì 13 Novembre 2009 09:16


Promesse, Propositi, Progetti…….siamo abituati ormai , qui a Birgi , dell’avvicendarsi di uomini delle Istituzioni che….forse vanno……. continuamente alla ricerca di una certa “bibliografia” per studiare riforme , cambiamenti o l’innovazione : tutti vocaboli che , secondo loro , dovrebbero assicurare il “Progresso” di cui l’artefice è l’uomo……Ma mi diceva un mio Amico , noto funzionario del Comune : “ loro sono venuti ad una determinazione : L’uomo può rimanere….. soffocato dal peso del PROGRESSO…….pecciò cci livaru manu ! “. Quest’ultima frase mi ha fatto ricordare un Cuntu - di un mio Amico messinese noto scrittore teatrale Premio Capuana – che ........ raffigurando tre personaggi, cui mi riferisco, così recitava : intanto il Titolo ! ……- i TRI FRATI –






Tri frati parteru pi ccaccia, dui orbi e l’avutru…un ci virieva, cu tri fucili , dui senza ariddi e unu senza canni…..e, caminannu caminannu, mmenzu u mari, ammazzaru tri cunigghia dei quali unu non u vittiru e l’avutri sinn’ieru. U Frati cchiù nnicu, ca unn’era u cchiù granni , giurava chi vitti un cunigghiu chi curria cchiù forti runa lepri , picchì era assicutatu run piscicani. Cuntenti e risulenti parteru pa casa , caminannu in fila indiana. Pi strata si firmaru nta na casa senza porta e ci batteru: cci rispusi unu ca un c’era e ci dissi :

“Chi vvuliti ? “ .

“Nni servi na pignata pi mmanciari i cunigghia ca un vittimu “.

Cu nun c’era, dissi : “ ddrà cci nnè ddui, una spunnata e l’autra senza funnu, quali vuliti vi pigghiati !

U frati cchiù ranni ci rissi : “ Chi nn’amu a fari cu chidda spunnata, pigghiamu chidda senza funnu!“

Si pigghiaru du cutedda senza lama, tri furchetti senza corna e tri piatta senza funnu.

S’incheru a cuoffa di vinu e un panaru d’acqua, si misiru o friscu sutta un peri di pitrusinu, pigghiaru un mazzu di rami ntà un voscu di menta e si rusteru, cu fuocu ca un c’era, i cunigghia ca un vittinu. Manciaru e vippiru senza ca vittinu nienti e parteru pa casa. Mentri passavanu supra na “sagra” r’acqua , u frati cchiù nicu , ca unn’era u cchiù granni,…..ci sciddricò u peri rarreri e si stricò forti ntà amma fino o rinocchiu. Curreru caminannu a circari u dutturi e unnu truvaru; circaru un medicu era ncampagna , ci ieru ddà e truvaru u medicu chi zappava e u dutturi chi rimunnava e ci dissiru :

“Nostru frati si stricò cu sangu nna amma finu o ginocchiu “…u Medicu u vaddò e u dutturi u visitò “Non è gravi…si campa non muori e si nun muori campa “ ci dissi poi “ Cci ati a mettiri : Sonu di campani, Rumuri di carrozza, e pistati di continuu nta un murtaru ri vitru…tri voti al giorno ! ..e ssi campa nun mori e si non mori campa”. “Grazii Dutturi ! “ ”Prego” ci rissi u Medicu : ”Vinni putiti iri …mittitivi i cuoppuli ! “

“ Cuoppuli unn’avemu ! “.“Vabbeni quannu v’accattati vi mittiti “ ci rissi u dutturi !......





BIRGI è sempre lì…..nel completo abbandono : “A vuliti na piazza ? “…….

Questa volta abbiamo provato con gli…”Orbi”

Anche se siamo convinti : “ ca u veru Surdu e chiddu ca un voli sientiri !

Antichi Sapori di Sicilia : le delicatezze di Donna Filippa Gambino- Cena Club Mbriachetetù- 7/11/2009-

Ricordare PALERMO ! Nella "cotognata": L'Aquila Senatoriale di PALERMO !