Associazione Culturale "PRO BIRGI"

Associazione Culturale "PRO BIRGI" per la Valorizzazione e lo Sviluppo di BIRGI e della Sua Riserva Naturale * ___________________________________ BIRGI e lo STAGNONE ! : .....unni l'aceddi ci vannu a cantari e unni li pisci ci fannu l'Amuri ! ________________________________ Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001

domenica 27 febbraio 2011

......con Gioacchino Aldo Ruggieri
PER SOGNARE E AMARE UNA MARSALA CHE... NON C’è! PDF Stampa E-mail
Scritto da franco gambino   
Venerdì 25 Febbraio 2011 10:20
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…..le serenate al “chianu cagnuoli” in Casa di “Micheli un ncigneri” Giacalone, le riunioni a Birgi in casa di Giovannino Varvaro davanti ad un folto pubblico , gli spettacoli itineranti in mezza Sicilia per conto dei Vari Club o delle Rassegne culturali, le cene alla Spagnola, i “Percorsi Culturali della Memoria” in piazza Loggia a Marsala gremitissima e….e…..ed io e Lui a cantare e magnificare con la poesia , i canti ed i cunti l’anima stessa della nostra amata Sicilia, in quella sapienza antica... che ancora oggi e sempre ci fa riscoprire –come ragazzini- il piacere della memoria. Il mio articolo di venerdì 18 u.s. ha dato origine ad una lunga chiacchierata con Aldo Ruggieri e soprattutto ad un recriminare su l’abulia che regna su chi amministra la nostra città. Un amaro sfogo che mette in risalto soprattutto il distacco dalle nostre tradizioni e quell’incultura che non consente ai giovani il riappropriarsi delle proprie radici. L’amaro sfogo di Aldo Ruggieri lo riporto ai miei Cari Lettori come una “lettera” o se volete come un monologo che ci vede seduti idealmente “ a lu lustru di la luna”...“...Caro Franco in quell’esclamazione- “Ccillenza ccià puozzu riri na cuosa “- mi viene di ricordare una mia chiacchierata all’Auser – la libera Università- proprio su Petru Fudduni per celebrare questa parte cospicua di Storia Siciliana rappresentata dalla poesia popolare , dalle tradizioni, dagli usi, dai patrimoni archeologici, monumentali umani, sotto tutti gli aspetti, che caratterizzano ancora le città, tutte le città , piccole e grandi della nostra amata terra. Aspetti che sono stati arricchiti dall’ingegno, dalla fantasia, dal coraggio, dall’inventiva di tanti siciliani che hanno aggiunto al patrimonio del passato nuove conquiste e nuove realtà operose. Per quanto riguarda Marsala penso alle sciare e alle perriere diventate serre e colture pregiate di piante e fiori; all’affinamento dell’artigianato che riguarda edilizia, enologia, arredamento, ceramica,vetro; alla culinaria che ha conservato la tradizione innovandola e nobilitandola ; alle saline restaurate e rilanciate dai privati. Ma penso anche allo Stagnone ingabbiato nella morsa di una riserva di morte che non riusciamo a valorizzare dandole una funzione naturale senza violentarla, facendo un evento dell’arrivo di aironi e di fenicotteri e d’altri volatili, facendo delle isole un resort complessivo di interessi restaurando e rinnovando. Penso, caro Franco (e come sai scrivo anche….) pure al Sindaco di Marsala per indicargli qualcosa che si potrebbe fare e non si fa per valorizzare tutte le nostre risorse, che sono tante. Penso a questa mia Marsala che….non c’è ! Non sappiamo inventarci eventi perimetrati e ricorrenti che la valorizzino. Qualcosa che avevamo l’abbiamo perduta per strada ( il “Vinoro”, il “Marsala jazz festival”, la “festa dell’uva”, la “sagra della fragola” come io l’inventai allora… ) e non sappiamo creare eventi dentro le perriere a cielo aperto che sono un miracolo d’agricoltura in un ambiente di straordinaria bellezza. Non sappiamo creare eventi sul nostro vino di fama mondiale, né eventi nel settore archeologico monumentale. Siamo cioè come quei “notabili” che hanno beni immensi e li tengono in cassaforte ovvero oggi nascosti a quintali…..dietro armadi e librerie. Non sappiamo…non sappiamo ! E marsala non c’è , la televisione al contrario ci fa vedere eventi anche in paesini di cui prima non conoscevo neanche il nome. Eventi su tutto, sui tartufi di Alba come sui fagioli di Toscana, come nella pulce ballerina. Eventi ed eventi e Marsala…. non c’è ! Un evento per eccellenza , il 7 Aprile, viene dissacrato da una stupida ironia gabbata per cultura . Dei tesori della nostra terra nessuno parla. Ecco perché, lieto di leggere ogni giorno “ Marsala c’è “, sono rammaricato e triste mio caro Franco, di dover constatare che, per colpe delle Amministrazioni senza nerbo e senza fantasia creatrice, Marsala… non c’è ! E , francamente, mi piange il cuore ! Una speranza fortunatamente me la dà ora il Parco di Porta Nuova, entrato nel sistema Regionale e diretto da Marisa Famà….. “ . Ho visto i suoi occhi lucidi nelle sue ultime parole di speranza ma poi credo che il disappunto sia tornato nel suo volto, davanti ad un bicchiere del suo “nettare di vino vecchio”, in quella stanza dei suoi ricordi e della memoria , tra tele antiche, foto di una vita ricca di successi, tra cimeli e onorificenze, dove i libri prevalgono a dismisura…. la sua voce accorata mi ripete ancora : Franco, “Marsala ..non c’è “ ! Semu d’accuordu ?
Notturno
Raccolta V.zo Lombardo Alonzo
Cu la chitarra appizzata a lu coddu
E cu li manu tuccannu li cordi
Cantannu passu cu lu cori moddu
E cu lu chiantu chi vagnatu su.
Passu davanti dda casa crudili
Unni ju un tempu biatu cici stava
Un’eru amatu e ju puru amava
Unni la vita di beni mi fù
Ora ca tuttu e finutu pi mmia,
giacchì Tu , ngrata l’Amuri tradisti,
stu cori nchiantu tu sula mintisti
senza ca nuddu avissi pietà
O Tu ca senti stu cantu pietusu
Di la finestra, crudili e ingrata,
ascuta ancora , tiranna spietata
st’ultimu votu ca ti fazzu ccà

con Gioacchino Aldo Ruggieri

martedì 22 febbraio 2011

CCillenza, ccià pozzu riri na cuosa ?.... PDF Stampa E-mail
Scritto da franco gambino   
Venerdì 18 Febbraio 2011 10:45
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……”Eventi”, ” il caso Marsala ! “, “la Cultura delle Tradizioni nelle scuole”, “la piaga del consumismo”, “ la barca , lo Stagnone etc…”, “i poeti popolari ”, …..proprio così, nell’ascoltare uno struggente Canto di Pirriaturi ( di un anonimo del 600’ ) mi riecheggiavano le parole del mio Amico Aldo Ruggieri – con il quale ho condiviso magici momenti della tradizione culturale Siciliana (Percorsi Culturali della Memoria ed altro…) tra poesia e musica popolare-- :…..“ Il grosso bagaglio culturale di cui la Sicilia oggi dispone è dovuto, anche, all’apporto di personaggi popolari che... hanno saputo attrarre la curiosità e l’interesse non soltanto di studiosi ma anche di gente semplice, come quella dei miei libri…..” . Certo oggi sarebbe un vero peccato non tenere in alcun conto questo consistente patrimonio culturale che abbiamo ereditato come un vero e proprio “testimone” e , soprattutto è un “sacrilegio” non renderne partecipi le nuove generazioni sin dalla….prima infanzia. La conoscenza e la divulgazione delle tradizioni popolari della nostra Regione è il primo insegnamento che deve essere impartito dalla “FAMIGLIA” ai ragazzi sin dall’età prescolastica ed i migliori insegnanti - sono sempre stati – e sono gli anziani di casa che conservano gelosamente i grandi valori di quest’antica parlata (il dialetto) di cui i grandi Poeti ne vanno fieri nelle proprie opere. Oggi voglio parlare in particolare di Petru Fudduni, la cui fama è giunta fino ai nostri tempi con la freschezza così com’era nata e, poi, tramandata oralmente da generazioni, soprattutto dalla gente che s’identificava nelle sue “opere”, amando questo poeta che, con aneddoti e strofe , rappresentava i sorprusi, i disagi e le ingiustizie della vita d’un tempo.
La nascita di Pietro Fullone (anche il nome pare sia stato tratto dal soprannome “Fudduni” cioè pazzerellone ) visse a Palermo dal 1585 (?) al 1670 anno della sua morte . Fu sepolto a Palermo nella Chiesa dell’Itria in P.zzetta dei Cocchieri in Via Alloro ( Il nome ITRIA deriva dalla Madonna dell’Odigitria che spinse gli Apostoli ad andare per il mondo per la predicazione….). Dice il dottissimo Antonio Mongitore : “ …..quel che stimasi ammirabile, più di ogni altra cosa è che Petru Fudduni uomo senza lettere, senza coltura, non sapendo che rozzamente scrivere, produsse numerosi componimenti in lingua siciliana con singolare facilità ; perché dotato dalla natura di elevatissimo ingegno e rara memoria, quando udiva, tutto tenacemente ritenea…..” . Volutamente trasandato ed abilmente grezzo per camuffare l’astuzia di una volpe, diventa ferocemente pungente quando si sente offeso nella dignità di poeta o di uomo del Popolo. Quindi non usa mezzi termini, incurante dei luoghi in cui si trova e delle persone cui si rivolge : religiosi ,laici , nobili, accademici, etc., accettavano le sue provocazioni con una certo fare bonario. Gli aneddoti di Petru Fudduni sono davvero tanti ed i miei Cari lettori –data l’arguzia del personaggio- attendono un…assaggio . Eccolo.
Premesso che Petru Fudduni era un cattolico osservante e componente della famosa “Confraternita dei Pirriaturi “ (lavoratori della pietra, scacciapietre etc. ) aveva sempre “ a chi ddiri cu Monaci e Parrini” ! : Un giorno , Petru fudduni, ricevette uno strano invito. Un giovane Prete era venuto a casa sua per comunicargli di recarsi la stessa sera presso il Palazzo della Curia dove l’avrebbe aspettato l’Arcivescovo Martino. “Stranu ‘nvitu” pensò tra sé il Poeta. Vero è che da qualche tempo c’era stata tregua tra i due. E così , giunta la sera, bussò al portone del palazzo. Si affacciò lo stesso Arcivescovo Martino e gli diede le indicazioni per attraversare tutti gli ambienti del Palazzo per giungere alla sua stanza, avvertendolo –con voce severa- di non calpestare l’immagine sacra di Gesù semmai gli fosse capitato di rinvenirla durante il percorso. “Ccà atta ci cuva “ pensò Petru attraversando l’ingresso. Si fece il segno della croce e cominciò a salire le scale che lo immettevano ai grandi e sontuosi saloni. Li attraversò finchè non giunse per ultimo nell’anticamera e qui trovò il pavimento interamente ricoperto con un tappeto raffigurante il Volto del Cristo Redentore senza la minima possibilità d’accesso. Il Prelato stava ad osservarlo compiaciuto per la situazione critica in cui aveva messo Petru Fudduni. Ma Petru non si perdette d’animo , si tastò la giacca e si mise ad attraversare tranquillamente la sala camminando sul tappetto e calpestando l’immagine sacra. Giunto al cospetto dell’Arcivescovo questi lo ammonì e lo accusò di avere commesso un grave peccato oltraggiando il volto Santo di Nostro Signore Gesù. Petru Fudduni per nulla scomposto gli chiese : “CCillenza quantu Gesù ci su ? “… ed il Prelato : “Uno naturamente ! “ . Prontamente Petru estrasse dalla tasca della giacca un crocifisso e mostrandoglielo gli disse : “Ccillenza ! …e allura è chistu chi haju iu !!! “.
…………Lu Cuntu è bellu , lu spaziu è finutu avissimi abbiviri…..ca unn’aju vivutu !

venerdì 11 febbraio 2011

MARSALA C'è......IL Quotidiano di Marsala !

Bellezza e grazia nelle melodie
di Francesco Paolo Frontini
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Scritto da franco gambino   
Venerdì 11 Febbraio 2011 10:11
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“Bisogna far conoscere interamente la vera, la grande anima della nostra Terra. La responsabilità maggiore di questa missione dobbiamo sentirla noi musicisti perché soltanto nella musica e nel canto noi Siciliani sappiamo stemperare il nostro vero sentimento.” (Francesco Paolo Frontini). Durante questa recente Festa di S.Agata ho avuto modo di ripensare la Catania dell’ultimo 800’ ripercorrendo Via Etnea…. lo sguardo sui Palazzi sopra Caviezel o nei pressi di Piazza Università... o nella “nchianata” di via Monte San Giuliano e tra i Crociferi e Corso Vittorio Emanuele e con malinconica tristezza mi sono lasciato guidare dai ricordi….delle belle melodie dei grandi Maestri “catanesi”che hanno dedicato la loro vita alla raccolta ed alle composizioni musicali. Il mio pensiero non poteva non andare al Dr. Pietro Rizzo , nipote del compositore Maestro Francesco Paolo Frontini, che di recente mi ha fatto dono di un’opera del Maestro –edita dalla Ricordi- (ma oggi introvabile…) “Eco della Sicilia” (una trascrizione delle “perle” raccolte da F.P.Frontini : “50 Canti Popolari Siciliani” ), il quale si dedica da tempo con amore, rispetto e riconoscenza, alla divulgazione delle Opere del suo bisnonno. Il Maestro Frontini un grande musicista,come tanti altri grandi Siciliani, oggi, caduto nell’oblio -- le cui cause sono …. citando le parole del Dr. Rizzo : “ la Sfortuna, la Congiura , l’invidia ! “ per ricordarlo ai miei Cari lettori -- è il personaggio che ha accompagnato ed accompagna i musicisti dal nascere ( con sue composizioni quali Il Piccolo Montanaro , Serenata Araba , Lauda di Suora, Giobbe etc. ) fino alle grandi opere (quali Il Falconiere, Nella, Malia, Sansone etc. ) . Ma molti non sanno che tra le sue raccolte di canti popolari si annoverano “ Canzonetta Villereccia (da molti conosciuta come Mi Votu e mi rivotu ), Ciuri Ciuri, Lu nguì e lu nguà, Lu Labbru, Iu pi li fimmini la vita dugnu, A la funtana, Pi ttia diliriu e spasimu, Nicuzza, Cantilena dei mulattieri etc.etc …. “Ho letto le Vs. composizioni e vi dico con gran piacere la bellezza che v’ho ritrovato. Invidio le vostre opere e Voi scrivete in una lingua musicale che io amo ! “ cosi gli scriveva Jules Massenet. Ed il Pitrè in un suo scritto tra l’altro gli diceva : “….pur componendone di belle e graziose, Voi sapete apprezzare queste vaghe e dolci reliquie d’un passato che non ebbe storia e serbate a durevole monumento, delle note piene di sentimento squisito ed altri non penserà neppure a ringraziarvi dell’opera patriottica da Voi compiuta : io Vi ammiro “ . Era quello il tempo in cui in Sicilia il Risorgimento fu soltanto un’illusione. Il popolo Siciliano che si ribellò ai Borboni credendo nelle promesse di giustizia e libertà di chi era venuto a “liberarlo” dalla schiavitù e dalla miseria dopo l’arrivo dei Piemontesi nell’isola….. rimpianse il “giglio bianco”. Nel corso dei 125 anni il Regno Borbonico non fu sempre spregevole ma ebbe il merito di avere attuato la riforma dell’amministrazione pubblica (dopo aver dato fine al feudalesimo…), della pubblica istruzione, delle opere di pubblica utilità senza dilapidare il patrimonio fondiario assai consistente ed era noto,allora, che il tesoro dello Stato era quasi esente di debito pubblico. A spogliare la Sicilia ci pensarono i “Savoiardi” che distribuirono fucilazioni e carceri ai contadini che avevano creduto alle promesse di Garibaldi ( “….un pezzo di terra per tutti da coltivare ! “ ). I canti popolari veri interpreti del dolore e del pianto di tutto un popolo abbondano di proteste che coinvolgono il il governo, i Piemontesi e la classe egemone Siciliana. Naturalmente a godere dei privilegi erano i nobili e borghesi e nel “tradimento della rivoluzione” e nelle sofferenze del popolo Siciliano è da ricercare la matrice di una delle più grosse piaghe che hanno tormentato e tormentano la Sicilia : la mafia ! Ma tornando al Maestro Frontini ed alla sua Catania riportando una descrizione dell’insigne maestro Pastura (che con Emanuele Calì -e vui durmiti ancora…..! - ed il Pitrè divisero affetto ed amicizia vera ) voglio concludere questo mio breve articolo : ”…..vorrei Caro Maestro che questo mio colloquio ideale con Voi fosse ascoltato dai catanesi perché possano conoscere la vostra cara, paterna bontà, nonché la vostra mirabile umanità che renderà degna la vostra memoria di essere venerata e circondata da quel geloso amore che i catanesi hanno per quei grandi spiriti di cui Catania è sempre stata feconda “. In ricordo del Caro Maestro , nel ringraziare da queste colonne il Dr. Pietro Rizzo per l’amicizia accordatami, riporto uno dei canti più belli raccolti dall’insigne Maestro Frontini.
Cantilena dei mulattieri
(Amuri, Amuri Amuri !) ( Eco della Sicilia - 1883 )
Francesco Paolo Frontini
Amuri, amuri , chi m'ha'fattu fari!
Li senzii mi l'ha' misu'n fantasia,
Lu patri nostru m'ha'fattu scurdari;
E la mitati di la vimmaria,
Lu creddu nun lu sacciu 'ncuminciari,
Vaju a la missa e mi scordu la via;
Di novu mi voggh' iri a vattiari,
Cà turcu addivintai pr'amari a tia.
Amuri, chidda vota chi'firìsci,
Suspiru novu 'nta la cori nasci,
Chi ad ogni jornu s'aumenta e crisci
E ch' ogni cori ccu ducizza pasci:
Lu stissu mortu quasi ch' arrivisci,
Nesci di li balati e di li casci;
Pirchi l'amuri di l'omu'un spirisci
Né quann'è vecchia, né quann'è a li fasci.