Associazione Culturale "PRO BIRGI"

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sabato 21 novembre 2009

Un Amore....per la Danza Popolare !





franco gambino (articolo per "Marsala c'è" del 20 -11 - 2009 )
un Amore….!……… per la “danza popolare” !

……Mi pare di vederla , ora , ballare con quell’istinto e quella vitalità come ad invogliarti a generare sentimenti di gioia, a coinvolgerti ed a trasmetterti quella raffinatezza dei suoi gesti.. Proprio in quegli attimi di quel Ballo ( la “Fasola” ) improvvisato nel chianu di casa ru Zzù Giuvanninu , “ e Birgi”….sullo scenario struggente di uno Stagnone luccicante al chiaro di luna, ancora incontaminato, al suono di un friscalettu di canna e della mia chitarra, ho visto i suoi occhi, come due stelle luccicanti puntate su di me, mentre , sudavo freddo per quei “fremiti ” che l’Amore in un tutt’uno con la danza, ci aveva …”regalato”. (anni 60’)
Durante quel Ballo pantomimico interminabile Ella invitava il fratello, che a piedi nudi cadenzava la danza alternando, in dietro e avanti, i suoi movimenti come “rannicchiato”, alternando le mani come a complimentarsi ed a sorriderle mentre, di risposta, Lei, con movimenti flessuosi ma severi muoveva le sue braccia verso l’alto come in senso di libertà, in un rituale , portando di tanto in tanto le mani ai fianchi o innalzando le braccia arrotondate sulla testa. Ad un certo punto la “stagghiata” del ballerino, con uscita di scena e l’inserimento in scena di Ciccio Bilello. Qui la danza assumeva un aspetto comico o grottesco….si perché Ciccio (virtuoso ballerino di….chianu !) si rivolgeva a Lei con mosse , riverenze o scherzi…ballando a piedi nudi ed anche Lui producendosi in “taccu e punta” o inginocchiandosi davanti a Lei ponendo in terra un sol ginocchio, ora l’uno ora l’altro e favorendo la ruota elegante di Lei…. a girarle intorno. A volte Le mandava baci o fingeva di volerla abbracciare mentre Lei scansandolo con eleganza giocava -eterea- con i piedi a piccoli passettini. Ogni tanti Zio Giovanninu cu friscalettu cci dava la “ncasciata” in modo da sottolineare le improvvisate figure mentre un pubblico di amici e parenti , applaudiva fragorosamente…. tutti coinvolti in quella danza. Alla fine stanca, ma felice, mi veniva vicino per guardarmi…..dentro “l’anima”. Le porgevo il mio fazzoletto e mentre se lo passava sulla fronte…cento pensieri affioravano alla nostra mente !
Ero (…e sono) convinto che la Danza popolare possa insegnarci e trasmetterci con grande forza tutti quei benefici contenuti nelle belle tradizioni della saggezza popolare. E ricordo ai miei Cari Lettori che , un tempo, la Danza era una speciale occasione d’incontro o di conoscenza tra le persone, in un clima non competitivo , né a scopo di esibizione ma era un rituale di allegria e divertimento dove erano vissuti sentimenti come la gioia, la sensualità, il rispetto, la complicità, l’Amore, a secondo del rapporto creato.
La Danza popolare Siciliana di una volta – diceva Ignazio Buttitta- è pittura o poesia …fatta a gesti con la musica che richiama ad una immagine, ma è poesia –se volete- fatta di parole che evocano una immagine in movimento.
Ancora oggi credo che La Danza sia la prima espressione artistica del genere umano perché ha come “strumento” il corpo. Essa è preghiera o momento di aggregazione nelle feste popolari, e , in ogni caso nel corso degli ultimi anni è stata lo specchio della società, del pensiero e…..dei comportamenti umani.
……..e con il permesso dei miei Cari lettori dedico questo meraviglioso Canto d’Amore alla Danzatrice della mia Vita !
NNI TIA canto d’Amore-
Il canto dolce , l’accompagnamento “soffice”
arricchito dal mandolino- Taormina epoca 800

Supra la timpa c’è lu paraddisu
picchì ci stai tu rosa adurusa
Lu cori e l’occhi mei ci l’hai imprisu
dinta sta ninfa purtintusa
Si ddà cresci lu meli
ccà donanu stu munnu
Unni li sonni mei
già vestunu prufunnu
Sti notti senza fini e né riposu
affunnanu chist’occhi unni cci posu

Nni tia Nni tia- Nni tia Nni tia-
Nni tia Nni tia.

Fammi passari na nuttata sana
da li to vrazza scinni nta lu to cori
Fammi pruvari Tu fata morgana
comu si campa e poi comu si mori
Di zagari e di lumei
c’adornanu stu munnu
Unni li sonni mei
già vestinu profunnu
Sti notti senza fini e né riposu,
s’affunnanu nnà st’occhi unni ci posu.

Nni tia – Nni tia -…………

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