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venerdì 11 febbraio 2011

MARSALA C'è......IL Quotidiano di Marsala !

Bellezza e grazia nelle melodie
di Francesco Paolo Frontini
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Scritto da franco gambino   
Venerdì 11 Febbraio 2011 10:11
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“Bisogna far conoscere interamente la vera, la grande anima della nostra Terra. La responsabilità maggiore di questa missione dobbiamo sentirla noi musicisti perché soltanto nella musica e nel canto noi Siciliani sappiamo stemperare il nostro vero sentimento.” (Francesco Paolo Frontini). Durante questa recente Festa di S.Agata ho avuto modo di ripensare la Catania dell’ultimo 800’ ripercorrendo Via Etnea…. lo sguardo sui Palazzi sopra Caviezel o nei pressi di Piazza Università... o nella “nchianata” di via Monte San Giuliano e tra i Crociferi e Corso Vittorio Emanuele e con malinconica tristezza mi sono lasciato guidare dai ricordi….delle belle melodie dei grandi Maestri “catanesi”che hanno dedicato la loro vita alla raccolta ed alle composizioni musicali. Il mio pensiero non poteva non andare al Dr. Pietro Rizzo , nipote del compositore Maestro Francesco Paolo Frontini, che di recente mi ha fatto dono di un’opera del Maestro –edita dalla Ricordi- (ma oggi introvabile…) “Eco della Sicilia” (una trascrizione delle “perle” raccolte da F.P.Frontini : “50 Canti Popolari Siciliani” ), il quale si dedica da tempo con amore, rispetto e riconoscenza, alla divulgazione delle Opere del suo bisnonno. Il Maestro Frontini un grande musicista,come tanti altri grandi Siciliani, oggi, caduto nell’oblio -- le cui cause sono …. citando le parole del Dr. Rizzo : “ la Sfortuna, la Congiura , l’invidia ! “ per ricordarlo ai miei Cari lettori -- è il personaggio che ha accompagnato ed accompagna i musicisti dal nascere ( con sue composizioni quali Il Piccolo Montanaro , Serenata Araba , Lauda di Suora, Giobbe etc. ) fino alle grandi opere (quali Il Falconiere, Nella, Malia, Sansone etc. ) . Ma molti non sanno che tra le sue raccolte di canti popolari si annoverano “ Canzonetta Villereccia (da molti conosciuta come Mi Votu e mi rivotu ), Ciuri Ciuri, Lu nguì e lu nguà, Lu Labbru, Iu pi li fimmini la vita dugnu, A la funtana, Pi ttia diliriu e spasimu, Nicuzza, Cantilena dei mulattieri etc.etc …. “Ho letto le Vs. composizioni e vi dico con gran piacere la bellezza che v’ho ritrovato. Invidio le vostre opere e Voi scrivete in una lingua musicale che io amo ! “ cosi gli scriveva Jules Massenet. Ed il Pitrè in un suo scritto tra l’altro gli diceva : “….pur componendone di belle e graziose, Voi sapete apprezzare queste vaghe e dolci reliquie d’un passato che non ebbe storia e serbate a durevole monumento, delle note piene di sentimento squisito ed altri non penserà neppure a ringraziarvi dell’opera patriottica da Voi compiuta : io Vi ammiro “ . Era quello il tempo in cui in Sicilia il Risorgimento fu soltanto un’illusione. Il popolo Siciliano che si ribellò ai Borboni credendo nelle promesse di giustizia e libertà di chi era venuto a “liberarlo” dalla schiavitù e dalla miseria dopo l’arrivo dei Piemontesi nell’isola….. rimpianse il “giglio bianco”. Nel corso dei 125 anni il Regno Borbonico non fu sempre spregevole ma ebbe il merito di avere attuato la riforma dell’amministrazione pubblica (dopo aver dato fine al feudalesimo…), della pubblica istruzione, delle opere di pubblica utilità senza dilapidare il patrimonio fondiario assai consistente ed era noto,allora, che il tesoro dello Stato era quasi esente di debito pubblico. A spogliare la Sicilia ci pensarono i “Savoiardi” che distribuirono fucilazioni e carceri ai contadini che avevano creduto alle promesse di Garibaldi ( “….un pezzo di terra per tutti da coltivare ! “ ). I canti popolari veri interpreti del dolore e del pianto di tutto un popolo abbondano di proteste che coinvolgono il il governo, i Piemontesi e la classe egemone Siciliana. Naturalmente a godere dei privilegi erano i nobili e borghesi e nel “tradimento della rivoluzione” e nelle sofferenze del popolo Siciliano è da ricercare la matrice di una delle più grosse piaghe che hanno tormentato e tormentano la Sicilia : la mafia ! Ma tornando al Maestro Frontini ed alla sua Catania riportando una descrizione dell’insigne maestro Pastura (che con Emanuele Calì -e vui durmiti ancora…..! - ed il Pitrè divisero affetto ed amicizia vera ) voglio concludere questo mio breve articolo : ”…..vorrei Caro Maestro che questo mio colloquio ideale con Voi fosse ascoltato dai catanesi perché possano conoscere la vostra cara, paterna bontà, nonché la vostra mirabile umanità che renderà degna la vostra memoria di essere venerata e circondata da quel geloso amore che i catanesi hanno per quei grandi spiriti di cui Catania è sempre stata feconda “. In ricordo del Caro Maestro , nel ringraziare da queste colonne il Dr. Pietro Rizzo per l’amicizia accordatami, riporto uno dei canti più belli raccolti dall’insigne Maestro Frontini.
Cantilena dei mulattieri
(Amuri, Amuri Amuri !) ( Eco della Sicilia - 1883 )
Francesco Paolo Frontini
Amuri, amuri , chi m'ha'fattu fari!
Li senzii mi l'ha' misu'n fantasia,
Lu patri nostru m'ha'fattu scurdari;
E la mitati di la vimmaria,
Lu creddu nun lu sacciu 'ncuminciari,
Vaju a la missa e mi scordu la via;
Di novu mi voggh' iri a vattiari,
Cà turcu addivintai pr'amari a tia.
Amuri, chidda vota chi'firìsci,
Suspiru novu 'nta la cori nasci,
Chi ad ogni jornu s'aumenta e crisci
E ch' ogni cori ccu ducizza pasci:
Lu stissu mortu quasi ch' arrivisci,
Nesci di li balati e di li casci;
Pirchi l'amuri di l'omu'un spirisci
Né quann'è vecchia, né quann'è a li fasci.

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