Gli anni 30/40 segnarono un certo risveglio delle attività folkloriche serie, dovuto soprattutto ad un certo indirizzo dato dai vari “enti lavoratori” (dopolavoro) affidati a musicisti che con passione avevano contribuito alla ricerca ed alla conservazione delle musiche e dei Canti Popolari (Giacchino, Riela, Calì, Burgarella). Poi la cultura italiana progressista, e conservatrice –degli anni 60/70, fu contrapposta ad un confronto con una realtà che, per chissà quali motivi (!), si preferiva ritenersi morta in quanto esclusivamente "folkloristica" . Furono così introdotti i termini “revival” e " musica pop", che hanno generato e generano quel po' di confusione e ambiguità oggi sfociato in… "folk". Oggi folk è tutto…..un gran calderone da Orietta Berti e le sue buone massaie, a Gigliola Cinguetti a Casadei ad un “esercito” di gruppi (folkloristici-politicizzati) costituiti da personaggi in contadinesche vesti, sorridenti e pasciuti, dediti alla più grossolana e penosa mortificazione della “cultura”. E’ doveroso ricordare, memore degli insegnamenti severi del mio Maestro Carmelo Giacchino, che il canto popolare è invece una necessità espressiva che il popolo usa per comunicare qualsiasi emozione, stato d'animo, fatto privato o sociale. Protagonista della musica popolare è la gente (sia quella del quartiere , della contrada o del paese poco importa) , e le caratteristiche del canto e della musica popolare vengono distinte da questa matrice di classe con tutti i suoi valori espressivi. Fino a pochi decenni fa, la cultura popolare era prevalentemente contadina, oggi…… dopo l'abbandono delle campagne, sta “tentando” di trovare una configurazione nuova all'interno di una diversa realtà urbana. Non credano i miei Cari lettori che la canzone popolare tenda a scomparire….. è, che, con il trasformarsi delle condizioni di vita, dell'ambiente , del rapporto con “i padroni” (oggi datori di lavoro), essa viene stravolta e “impropriamente” adattata alle esigenze moderne” completando l’opera, con un’aggiunta: l'incontro con le espressioni musicali internazionalistiche dei vari : jazz, blues, country, etc. Da considerare, poi, che si è venuta a determinare la figura “dell’intellettuale-musicante”, che adotta ogni strategia per “piacere” ad un pubblico “impreparato”. Non è inoltre trascurabile la cosiddetta frattura generazionale che ha portato i giovani a scoprire la cultura popolare, fatta di musica e canti che però, nel proporla hanno fatto valere una certa ragione d'essere nella diversità –tentando- di trovare o “individuare” una radice comune...nella ricerca storico-culturale che, nei diversi livelli, si oppone alle autentiche tradizioni. Oggi si utilizzano repertori di ricerca, dei grandi Maestri del passato, come merce, o come puro godimento dello stravolgimento delle raccolte popolari, non considerando che tutto questo sfacelo si oppone all'idea ispiratrice del popolo ed alle sue necessità gridate, cantate o invocate. Ma , addirittura, …….cosa succede oggi ? …… Vediamo il piccolo palco in una piazza di ogni paese invaso da fili collegati a microfoni, amplificatori, chitarre elettriche con strumenti di percussioni “africaneggianti”…ecco, ci prepariamo ad assistere ad una rassegna di canto popolare (?). Ormai la parte strumentale sovrasta quella canora ed è solo qualcosa di più di un mezzo per lo sviluppo di temi musicali. C'è qualcuno venuto solo per assistere ad uno spettacolo di tradizioni popolari siciliane che rimane completamente interdetto quando i brani musicali diventano assordanti a tempo di tarantella(?) e quando i balli di campagna –di un tempo- vengono “soppiantati” da passi copiati da altre realtà folkloriche (financo dell’est europeo) con coreografie da avanspettacolo, scanditi o cadenzati da un ritmo superveloce arricchito dal rullo del bongo !…..e qui è utile riportare l’inserimento delle chitarre elettriche e dei sax con parti studiate ed altre…..improntate al momento.. Si vuole dare l'impressione che alla musica si dia un tocco moderno…. di tipo jazz...! Poche le spiegazioni che il gruppo dà sui contenuti dei brani in esecuzione: un certo ritmo, il frastuono, la formula nella quale gli elementi si muovono, sono il sunto di quello che intendono raccontare….(?) Certe modulazioni popolari vecchie o nuove…. riportate, evolute, rinnovate hanno un loro significato (?) comunque vengano suonate e cantate, nel loro discorso complessivo. A questo punto non c'è più da meravigliarsi se i Costumi ed il Repertorio traggono tutti origine da una medesima fonte iniziale….di quel qualcuno che ancora oggi si ostina a “invocare” il rispetto, lo studio, la ricerca, la conservazione, la valorizzazione dell’opera dei nostri etnoantropologi del passato che ci hanno permesso di “godere” del lavoro di raccolta della Cultura Popolare…di questa nostra Sicilia …dolcissima e infelice (come dice il mio Amico Aldo Ruggieri) ...ma a che ed a chi….. serve tutto ciò ?
-Parrati,don Caloriu,comu siti? -Bonu,vui siti bonu? Sentu diri: Carrichi,o ‘nnuca brisculi, ‘nn’aviti? -‘Zoccu vuliti, a vostro piaciri ! -‘Na briscula vistuta -Chi diciti? -Briscula!Quantu voti l’haju a diri? -È grossa…-Non fa nenti,favuriti. -E si non vi vulissi favuriri? -Carricu,mancu? Cca c’è ‘n sei di spati!… -E chi schifìu è…..di ‘sta manera? Don Peppi Nnappa, d’accussì jucati? -Misseri e sceccu ccu tutta ‘a tistera, comu vi l’haju a diri, a vastunati, ca mancu aju sali di salera?
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