Una stregoneria chiamata "Stagnone".
……………È stato ed è la mia vita lo Stagnone: un piccolo mondo d’amore che mi ha reso bella e dolce l’estate, sempre con i miei figli, mia moglie, mia sorella e, prima ancora, con mio padre e mia madre. E con tanti parenti e amici, ai quali credo di avere insegnato ad amare questo mare, le sue isole e le sue acque incantate.
Tutto nella mia vita, è gravitato e gravita attorno allo Stagnone.
Ed è con questo sentimento che racconto ora un episodio che potrebbe apparire marginale e non lo è.
Era una giornata dell’inverno calante che annunciava l’arrivo della primavera. Ero fermo con la mia cinquecento blu in via Garibaldi, davanti l’edicola del sig. Rinaldi, bravo e sfortunato cabalista, gentiluomo cortese. Dovevo comprare non so quale rivista, Vidi venire verso di me, con il suo “Vomere” sottobraccio, in molte copie ancora fresche di stampa, il ragioniere Riccardo Rubino. Lo salutai con il suo consueto rispetto. “Dove è diretto, professore?” mi disse. Pensai desiderasse essere accompagnato da qualche parte.
Risposi: “Veramente sto andando allo Stagnone, alle saline di Ettore Infersa, dove ho appuntamento con Turi Toscano”, “Mi ci porta?” disse Riccardo. “Ma molto volentieri!” Risposi ancora.
Vidi l’incanto nei suoi occhi quando arrivammo al cospetto delle saline, delle loro montagne bianche e dei mulini a vento che allora erano fantasmi fatiscenti eppure maestosi e bellissimi. “Che meraviglia, professore” – mi disse Riccardo. “Che meraviglia” risposi.
E l’incanto negli occhi di Riccardo rimase quando Turi Toscano cominciò a recitare le sue tiritere poetiche, piene di sentimento e armoniose, inneggianti l’operosa fatica dei salinari e le buone virtù di tempi lontani. Non ci fermammo molto. Tornando, in macchina, Riccardo mi disse semplicemente “Grazie” e sorrideva; e gli occhi gli brillavano come il mio Stagnone in quella mattinata d’inverno calante.
Perché racconto di questo ricordo? Forse per rammaricarmi per conto di tanti marsalasi che poco, specie allora, conoscevano lo Stagnone. Riccardo certamente non lo frequentava come me. Ma quella mattina, lo colsi nel suo sguardo, lo amò più di me!
Tratto dal libro “La Barca Lo Stagnone e altre storie” Il Vomere Editore – Marsala dicembre 2007 scritto dal Prof. Gioacchino Aldo Ruggieri.
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