Trema lu nfernu e triunfa Maria... tagghiati la "Dragunara" e, fora di mia!
Antiche leggende popolari relative a fenomeni atmosferici ed in particolare a fulmini e tempeste si intrecciavano con credenze e superstizione che, sicuramente, provenivano da epoche greche o arabe, etc. Tali credenze, si "dice…va", erano prodotte da animali terribili e malefici come il serpente o il drago e nella superstizione si collegavano, con enfasi, alla potenza divina che… castiga gli uomini per i loro peccati distruggendo, a volte, quanto con sacrificio hanno costruito. Molte testimonianze della nostra cultura popolare vengono da preghiere, filastrocche, scongiuri e perfino da una certa "architettura" che permettevano di "salvarsi" da temibili tempeste e soprattutto dalla…dragunara! Era molto diffuso nelle campagne marsalesi o tra i marinai uno scongiuro che veniva fatto con un coltello lungo e appuntito dal manico - mezzo bianco e mezzo nero - (a Catania tutto bianco) che si vibrava nell'aria con il segno della croce contro le forze maligne; così tagliata la "Dragunara" non poteva ricomporsi perché, divisa in due, andava a scomparire per metà nel cielo e per metà negli abissi marini. E che dire della credenza popolare delle croci, della palla o del Cuore di Gesù nei "pizzi dei malasieni", anche questa era (è!) una forma di difesa contro gli spiriti maligni! Chiesi un giorno a Zio Giovannino Varvaro il perché della diffusione delle "teste di ceramica, vuote internamente, l'uomo e donna" nelle antiche case. Mi disse: "nn'è tiesti tu cci haj a miettiri una pianta spinusa, iddri rapprisentanu la fortuna e la famigghia beddra npaci e si pi ccasu quarcunu ci avissi a vulri mali s'avi arrascari i corna nn'è spini ri i pianti chi su dintra". Quante preghiere e cantilene durante il maltempo! Ne ricordo qualcuna ascoltata a Birgi ed anche a Palermo (a…. via Orietu):
….Trona e Lampi iti a rrassu, siti li figghi di Satannassu
Itttativi dintra na cava scura unni un cc'è nuddra creatura (Marsala)
….San Ciuvanni Battista, San Ciuvanni evangelista
San Ciuvanni vucca r'oru, libiratinni di li lampi e di lu tronu (Palermo)
E qui ci sta un canto d'Amore, come un'invocazione, per una buona condizione metereologica "Che poesia e… avissivu a sentiri a musica!"
Franco Gambino.
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