Ora tù cuntu........viniti....... viniti...... viniti......c'è Ninnarò !
di franco gambino- ......Marsala c'è di Venerdì 15 Gennaio 2010
…….senza ipocrisie , il Natale è l’occasione per essere migliori e credo che in questo periodo si affermi la misteriosa e magica generosità umana, perché tutti si sentano parte integrante di questa “Festa”, senza pretese, brindando alla vita che è il dono più grande concesso dal cielo , ed in pace con il resto del mondo……
In questa atmosfera ho voluto trascorrere, durante le feste ormai alle spalle, un pomeriggio nella mia Palermo -quella dei “borghi” , dei “mercati storici” o dei “rioni popolari” dove ho trascorso la mia infanzia e dove – a detta di mia moglie e dei miei Amici ( per loro compiacenza….) - ho conseguito la laurea “ della Vucciria” alla scuola dei vari “Charleston”, “Pinuzzu Cefalù u purparu”, “ U zzù Ninu ra frittula”, “U Zzù Totò l’alivaru ( ….Assabbenerica zzù Totò : “ Ti salutu Pietru ! ….ca cci passava tutta a matinata a mpustari alivi….), “ U Signò Sampino - gioiellieri ru pisci- “, A zzà Sisiddra a sfinciara, “ u Basile ru pani ca mievusa “, “ u ballerinu ru sfincionello “, “Cusiminu scanciudollari “, “Fifiddru pall-mall ( ….a finanza…..a finanza ….applauso ! : assabbenerica chi cciamu a ddari, chi vvulieva…chi ddicieva ! “)…..dimenticavo :“Pinuzzu u crasticieddu –Cazzilli, felli e quagghi ….” . Voglio solo puntualizzare che tutto ciò derivava dalla mia eterna passione per gli usi e costumi delle trazioni popolari. La passeggiata non poteva non cominciare da questi posti che oggi costituiscono l’attrazione per chiunque voglia conoscere Palermo, per chi cerca le atmosfere reali, veraci, genuine della Palermo popolare. Atmosfere forti, piene della sicilianità meno contaminata che si concretizzano nei colori e nei suoni delle voci dei venditori e degli avventori, voci estremamente musicali e gradevoli come forse solo il dialetto palermitano, (ma anche siciliano in genere) sa esprimere. La passeggiata continuava tra la magnificenza dei palazzi barocchi di corso vittorio emanuele densi di storia di quelle famiglie nobiliari , testimonianza vivissima della Sicilia di un tempo, altera, imponente e degna di ogni rispetto…..culturale. L’imbrunire aveva reso più austero lo scenario che ci obbligava a “rifugiarci” in uno dei posti più caratteristici della gastronomia palermitana “Antica Focacceria San Francesco” dove le sfiziosità sono infinite, dove i cibi da strada sono “il tocco di genio” per i golosi……così mia moglie con il solito “pane e panelle ….bellu chinu e con 5 panelle –cavure- a parte” ed io con l’immancabile “pani cà mievusa” abbiamo atteso l’orario per avviarci verso la Kalsa…..a far visita ai “Ditirammu” in un luogo unico per il fascino della tradizione . “DITIRAMMU” è un teatrino (dal quale prende il nome la Compagnia di Canto Popolare) che si trova a Santa Teresa alla Kalsa in pieno centro storico ; una struttura che si avvale di alcuni ambienti del piano terra di un antico palazzo ed in uno di questi è ricavato il “teatrino” che conta 52 posti mentre negli altri è ricavato un piccolo museo che racconta la storia di una famiglia palermitana che ha dedicato gran parte della propria vita al mondo dell’arte, della musica e della tradizione popolare. Il luogo affascinante per i ricordi - che poi sono quelli che fanno la storia- mi ha trasmesso quelle sensazioni di quella “nostra” Sicilia , tanto amata da me e Filippa, quella dei poeti contadini o di strada, quella dei gnuri e dei pupari…..mentre tutto ci ha condotto allo spettacolo natalizio in programma in questo periodo natalizio :“NINNARO”. Ma voglio svelare ai miei Cari lettori …..ciò che ho tenuto in serbo fin’ora : Tutto ciò è un risultato encomiabile della passione e dell’Amore per le tradizioni popolari di Vito e Rosa Parrinello che hanno trasmesso poi come ….. “cultura a catena” ai figli Elisa e Giovanni ed ai componenti tutti della loro Compagnia. Il mio spazio e le mie “battute (tipografiche)” non mi permettono di dare giusto merito ai loro valori artistici. Dico però che Ninnarò è una delle “opere popolari” che va vista e che vede tra i protagonisti uno degli attori più versatili nel mondo artistico siciliano, Filippo Luna che attraverso il suo personaggio “Turidduzzu” con le sue nove candele racconta il Natale creando una viva suggestione nello spettatore che con attenzione segue da vicino – quasi ad esserne coinvolto e partecipe- ogni racconto fino ad assaporare la magia dei suoni e dei canti di questa “Ninnarò” il cui nome trae origine dalla provincia di Caltanissetta e si riferisce ad un edicola votiva che conteneva –una volta- un piccolo presepe e davanti alla quale si raccoglievano i sunatura che coinvolgendo il pubblico cantavano insieme i “cunti delle Novene”. A fine spettacolo un brindisi, gradito !- con tutti gli ospiti. Voglio fermarmi qui non prima d’aver detto che ci sentiamo un po’ orgogliosi, io e mia moglie, di questi due “cultori delle tradizioni” : Vito e Rosa Parrinello , nostri familiari –cognati e fratello- forse per un nostro modesto contributo dato loro in “gioventù” nel trasmettere loro l’Amore per il Canto e la musica popolare. Ma tutto ciò, fa parte della nostra storia familiare ed è tutt’altra cosa.
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