”CCillenza, ccià pozzu riri na cuosa ?.... |
Scritto da franco gambino |
Venerdì 18 Febbraio 2011 10:45 |
……”Eventi”, ” il caso Marsala ! “, “la Cultura delle Tradizioni nelle scuole”, “la piaga del consumismo”, “ la barca , lo Stagnone etc…”, “i poeti popolari ”, …..proprio così, nell’ascoltare uno struggente Canto di Pirriaturi ( di un anonimo del 600’ ) mi riecheggiavano le parole del mio Amico Aldo Ruggieri – con il quale ho condiviso magici momenti della tradizione culturale Siciliana (Percorsi Culturali della Memoria ed altro…) tra poesia e musica popolare-- :…..“ Il grosso bagaglio culturale di cui la Sicilia oggi dispone è dovuto, anche, all’apporto di personaggi popolari che... hanno saputo attrarre la curiosità e l’interesse non soltanto di studiosi ma anche di gente semplice, come quella dei miei libri…..” . Certo oggi sarebbe un vero peccato non tenere in alcun conto questo consistente patrimonio culturale che abbiamo ereditato come un vero e proprio “testimone” e , soprattutto è un “sacrilegio” non renderne partecipi le nuove generazioni sin dalla….prima infanzia. La conoscenza e la divulgazione delle tradizioni popolari della nostra Regione è il primo insegnamento che deve essere impartito dalla “FAMIGLIA” ai ragazzi sin dall’età prescolastica ed i migliori insegnanti - sono sempre stati – e sono gli anziani di casa che conservano gelosamente i grandi valori di quest’antica parlata (il dialetto) di cui i grandi Poeti ne vanno fieri nelle proprie opere. Oggi voglio parlare in particolare di Petru Fudduni, la cui fama è giunta fino ai nostri tempi con la freschezza così com’era nata e, poi, tramandata oralmente da generazioni, soprattutto dalla gente che s’identificava nelle sue “opere”, amando questo poeta che, con aneddoti e strofe , rappresentava i sorprusi, i disagi e le ingiustizie della vita d’un tempo. La nascita di Pietro Fullone (anche il nome pare sia stato tratto dal soprannome “Fudduni” cioè pazzerellone ) visse a Palermo dal 1585 (?) al 1670 anno della sua morte . Fu sepolto a Palermo nella Chiesa dell’Itria in P.zzetta dei Cocchieri in Via Alloro ( Il nome ITRIA deriva dalla Madonna dell’Odigitria che spinse gli Apostoli ad andare per il mondo per la predicazione….). Dice il dottissimo Antonio Mongitore : “ …..quel che stimasi ammirabile, più di ogni altra cosa è che Petru Fudduni uomo senza lettere, senza coltura, non sapendo che rozzamente scrivere, produsse numerosi componimenti in lingua siciliana con singolare facilità ; perché dotato dalla natura di elevatissimo ingegno e rara memoria, quando udiva, tutto tenacemente ritenea…..” . Volutamente trasandato ed abilmente grezzo per camuffare l’astuzia di una volpe, diventa ferocemente pungente quando si sente offeso nella dignità di poeta o di uomo del Popolo. Quindi non usa mezzi termini, incurante dei luoghi in cui si trova e delle persone cui si rivolge : religiosi ,laici , nobili, accademici, etc., accettavano le sue provocazioni con una certo fare bonario. Gli aneddoti di Petru Fudduni sono davvero tanti ed i miei Cari lettori –data l’arguzia del personaggio- attendono un…assaggio . Eccolo. Premesso che Petru Fudduni era un cattolico osservante e componente della famosa “Confraternita dei Pirriaturi “ (lavoratori della pietra, scacciapietre etc. ) aveva sempre “ a chi ddiri cu Monaci e Parrini” ! : Un giorno , Petru fudduni, ricevette uno strano invito. Un giovane Prete era venuto a casa sua per comunicargli di recarsi la stessa sera presso il Palazzo della Curia dove l’avrebbe aspettato l’Arcivescovo Martino. “Stranu ‘nvitu” pensò tra sé il Poeta. Vero è che da qualche tempo c’era stata tregua tra i due. E così , giunta la sera, bussò al portone del palazzo. Si affacciò lo stesso Arcivescovo Martino e gli diede le indicazioni per attraversare tutti gli ambienti del Palazzo per giungere alla sua stanza, avvertendolo –con voce severa- di non calpestare l’immagine sacra di Gesù semmai gli fosse capitato di rinvenirla durante il percorso. “Ccà atta ci cuva “ pensò Petru attraversando l’ingresso. Si fece il segno della croce e cominciò a salire le scale che lo immettevano ai grandi e sontuosi saloni. Li attraversò finchè non giunse per ultimo nell’anticamera e qui trovò il pavimento interamente ricoperto con un tappeto raffigurante il Volto del Cristo Redentore senza la minima possibilità d’accesso. Il Prelato stava ad osservarlo compiaciuto per la situazione critica in cui aveva messo Petru Fudduni. Ma Petru non si perdette d’animo , si tastò la giacca e si mise ad attraversare tranquillamente la sala camminando sul tappetto e calpestando l’immagine sacra. Giunto al cospetto dell’Arcivescovo questi lo ammonì e lo accusò di avere commesso un grave peccato oltraggiando il volto Santo di Nostro Signore Gesù. Petru Fudduni per nulla scomposto gli chiese : “CCillenza quantu Gesù ci su ? “… ed il Prelato : “Uno naturamente ! “ . Prontamente Petru estrasse dalla tasca della giacca un crocifisso e mostrandoglielo gli disse : “Ccillenza ! …e allura è chistu chi haju iu !!! “. …………Lu Cuntu è bellu , lu spaziu è finutu avissimi abbiviri…..ca unn’aju vivutu ! |
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