Associazione Culturale "PRO BIRGI"

Associazione Culturale "PRO BIRGI" per la Valorizzazione e lo Sviluppo di BIRGI e della Sua Riserva Naturale * ___________________________________ BIRGI e lo STAGNONE ! : .....unni l'aceddi ci vannu a cantari e unni li pisci ci fannu l'Amuri ! ________________________________ Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001

sabato 2 febbraio 2013

liggitivillu.....




   




                                              

...p’à Canniluora: “a addrina fà l’uova e ò addru cci abbrucia u... - il sedere -”


VENERDI' 1 Febbraio 2013

….….P’à “Candelora” dell’inverno semu fuora…..ma si la sai cuntari n’avutri 40 jorna annu a passari !“ In passato, in questo detto popolare, i contadini delle nostre campagne sintetizzavano quello che realmente rappresenta la festa della Candelora: “l’augurio” di un’inizio di quel breve periodo che è l’anticamera della primavera, con temperature miti e sempre più scarse precipitazioni. Ma la Candelora, prima di tutto, è una festa esclusivamente religiosa ovvero la Presentazione di Gesù al...Tempio. La festa è anche detta della “Purificazione di Maria”, perché, secondo l'usanza ebraica, una donna era considerata impura per un periodo di quaranta giorni dopo il parto di un maschio e doveva andare al Tempio per purificarsi :…. il 2 febbraio ricade appunto quaranta giorni dopo il 25 dicembre, giorno della nascita di Gesù. La ricorrenza prevede la benedizione delle candele, simbolo di Cristo "Luce per illuminare le Genti", come il piccolo Gesù venne chiamato da Simeone. La Candelora era una festa molto sentita e cara a tutta la comunità di Birgi, che, anticamente, si ritrovava compatta nella Chiesa dell’Immacolata, dove le celebrazioni religiose avevano inizio già dal primo mattino e continuavano fino alle 17.30, con la tradizionale benedizione delle Candele. I Parroci che si sono alternati da, don Francesco Perrone, Padre Girolamo Promontorio al Can. Giuseppe Milione- presiedevano la solenne Celebrazione Eucaristica e, subito dopo unitamente ai componenti della Deputazione –unita (!)- ed ai tanti fedeli che portavano in mano la candela accesa- simbolo di questa giornata-, facevano il giro del circondario attorno alla Chiesa.( riferimenti della Zzì Mummina Montalto….la quale aggiungeva : “P’à Cannilora a addrina fa l’uova e ò addru cci abbrucia u…….”-il sedere- )- . La festa della Candelora era un appuntamento atteso anche dai contadini i quali dalla tradizione si ispiravano ai loro “pronostici meteorologici”. Diceva, infatti, un vecchio proverbio (–del Regno delle Due Sicilie-)….“per la candelora dall'inverno semu fuora, però se è suli o suliciellu ce n'avutru misariellu”. Una famosissima credenza europea, poi, sostiene che, nel giorno della Candelora, l'orso esca dalla tana a vedere che tempo fa : se è nuvolo, con tre salti annuncia finito l'inverno, se è sereno, rientra nella tana prevedendo altri quaranta giorni di freddo. Comunque, contrariamente a quanto si crede, la Candelora è una ricorrenza conosciuta in tutto il mondo ed è diffusa, non solo in molte regioni d’Italia, ma in quasi tutta Europa e persino in America. Ovunque la si festeggi, la funzione è sempre quella di prevedere l’esatto arrivo della Primavera attraverso l’interpretazione dei comportamenti degli animali e delle forze della Natura. La festa termina, dunque, con la benedizione dei ceri; tradizione popolare nata in Oriente, che già nel VII secolo aveva raggiunto Roma con una grande solennità e con riti dal carattere purificatorio. In tutta la Sicilia, nel Cinquecento “per ogni strada” si faceva sfoggio di ceri, torce, e fiaccole a colori. A Trapani, si rievocava, tramite una rappresentazione popolare, la purificazione di Maria. E’ mia convinzione che, oggi, la festa abbia perduto molte delle sue più antiche manifestazioni ancorate alla tradizione. A Roma, tuttavia, l'offerta dei ceri al Papa è sempre una tradizione solenne; il popolo custodisce i ceri benedetti, perché ad essi attribuisce poteri miracolosi, accendendoli a protezione della casa e della famiglia ed esponendoli quando infuria il temporale. Per capire intanto l’importanza dei primi giorni di febbraio…. -giorni discussi e oggetto tra l’altro di proverbiali prestiti con gennaio….. i cosiddetti giorni della merla - basteranno i detti e le leggende o cunti, che ne fanno chiarezza, per interpretare l’andamento climatico della stagione…...ma ecco la leggenda dei tre giorni della “merla”... “…Era un inverno molto rigido. La neve aveva steso un candido tappeto su tutte le strade e i tetti della città. I protagonisti di questa storia sono un merlo, una merla e i loro tre figlioletti. Erano venuti in città sul finire dell'estate e avevano sistemato il loro rifugio su un alto albero nel cortile di un palazzo .. Poi, per l'inverno, avevano trovato casa sotto una gronda al riparo dalla neve che in quell'anno era particolarmente abbondante. Il gelo rendeva difficile trovare le provviste per sfamarsi; il merlo volava da mattina a sera in cerca di becchime per la sua famiglia e perlustrava invano tutti i giardini, i cortili e i balconi dei dintorni. La neve copriva ogni cosa.. Un giorno il merlo decise di volare ai confini di quella nevicata, per trovare un rifugio più mite per la sua famiglia. Intanto continuava a nevicare. La merla, per proteggere i merlottini intirizziti dal freddo, spostò il nido su un tetto vicino, dove fumava un comignolo da cui proveniva un po' di tepore. Tre giorni durò il freddo. E tre giorni stette via il merlo. Quando tornò indietro, quasi non riconosceva più la consorte e i figlioletti : erano diventati tutti neri per il fumo che emanava il camino. Nel primo dì di febbraio comparve finalmente un pallido sole e uscirono tutti dal nido invernale; anche il capofamiglia si era scurito a contatto con la fuliggine.”- Da allora i merli nacquero tutti neri; i merli bianchi diventarono un'eccezione di favola. Gli ultimi tre giorni di gennaio, di solito i più freddi, furono detti i «tre dì della merla» per ricordare l'avventura di questa famigliola di merli. Ma perché si dice, dunque, che questi sono i giorni più freddi dell’inverno ?.... Probabilmente non tutti gli anni lo sono, ma che siano forse tra i più gelidi deve avere tradizionalmente una sua “origine”, se ne è nata appunto quest’altra breve leggenda, il cui protagonista è sempre un merlo : Si dice infatti che….. gennaio aveva ventotto giorni ed era il mese più freddo dell’anno. Giunto al ventottesimo giorno, un merlo, rallegrato, gridò al cielo: “Più non ti curo Domine, che uscito son dal verno”…… Gennaio, gliela fece pagare, vendicò la bestemmia facendosi imprestare tre giorni da febbraio e rendendoli ancora più gelidi ! Ora, miei Cari Lettori…….preparate le Candele, per domani 2 Febbraio….le deporrete sull’altare e dopo la splendida funzione…..le porterete a casa….accendendone una per ogni stanza….. Vi porterà tanta fortuna fino al prossimo…..gennaio ! ….e, con i “le crispelle” o le “crepe’s al miele”! tipici dolci della Festa……Auguro a Tutti ….Buona Candelora !

U Addruzzu
Anonimo Popolare- trascriz. C.Giacchino
Versione Sicilia Orientale (Taormina)
raccolta franco gambino



* L'aviti vistu ' ngnadduzzu cummari,
   ca ora ora passau di cca.
   I ù cu stu iaddu non 'sacciu cc'à fari,
   ca notti e jornu 'npazziri mi fà.

…..Chì, chicchirichi
      ti sentu cantari e non sacciu unni si.

* Cummari mia, sbagghiastivu strata
   ca lu so iaddu 'ssa d'unni pigghiò.
   Circatavillu 'nta nautra cuntrada,
   no di sta strata sicuru passò.

 …..Chì, chicchirichi
       ti sentu cantari e non sacci' unni si.

* Ci pirmittiti cummari ca trasu,
   c'à mia mi pari ca ciauru c'è.
   Au, si sbagghiati vi scippu lu nasu,
   genti cchiù onesta di mia non cci nè.

…ah! trasu...no.. no...
    su 'npugnu di favi ca Turiddu purtò.

* Chi favi ,latra e sfacciata ca siti,
   è lu me iaddu ca ciauru fa.
   A mia linguta, sti cosi diciti,
   ah! se vi pigghiu viniti cchiù cca.

….Chì ! chicchirichi !!
     ci persi lu jaddu e li quattru tari
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