Associazione Culturale "PRO BIRGI"

Associazione Culturale "PRO BIRGI" per la Valorizzazione e lo Sviluppo di BIRGI e della Sua Riserva Naturale * ___________________________________ BIRGI e lo STAGNONE ! : .....unni l'aceddi ci vannu a cantari e unni li pisci ci fannu l'Amuri ! ________________________________ Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001

mercoledì 22 ottobre 2008

“Chi ddici? C’è assai d’aspittari? 10 Minuti!”


Una sala da barba a Porta Mazara dove gli specchi fanno bella mostra dei contenuti: due sedie girevoli su un pavimento “a dama”, una consolle di comando con 2 lavandini e numerosi arnesi, bottigliette e vasetti contenenti i prodotti migliori (shampi, saponi e creme) introvabili sul mercato, la “corona mobile” di metallo lucido con la colliera per lo shampoo, poggiata di lato, il cassetto della cassa “comune” lontano dall’entrata, qualche cartolina di cliente in viaggio in bella mostra e la radio sempre accesa sulla frequenza di “radiomarsalacentrale” con le incessanti dediche: “A Giammitru con tanto amore!” Nella “platea” - alle spalle - un piccolo tavolo basso contenente i giornali e le poltrone dove si alternano i personaggi (clienti) del più bel cabaret popolare, che già, da soli - senza parlare - sono tutto un programma. Loro due (Nino e Paolo), quasi sempre muti, lasciano, intervenendo di rado, la “recitazione” al cliente impegnato nelle solite problematiche: “Governo ladro”, ”Tu Presidente pensa per i pensionati!” , “l’acqua e zuccaru? a fannu tutti!”, “O mircatu? Un si cci po’ ghiri cchiù!”, e così via. Il loro punto di vista è sempre lasciato in aria, perché annuiscono sempre e con ampi gesti di compiacimento danno ragione a tutti. Credo che loro diano una spiegazione a ciò dal fatto che tengono il rasoio in mano, le forbici o le macchinette (ormai elettriche e non quelle manuali che impugnandole prevedevano il mignolo in su). Mi diceva Nino del suo lungo apprendistato presso il salone di via Garibaldi dove cominciò, come tutti, dalla gavetta, scopando il pavimento ad ogni taglio di capelli e cominciando poi dalla saponata: impugnando il pennello, usando il dito indice per separare le setole in modo da ottenere un sottopennello per passare la saponata sopra i baffi o nella zona delle basette. L’iniziazione al taglio dei capelli (che meriterebbe un lungo racconto a parte) mi ricordò le mie esperienze palermitane – da ragazzino - quando mio padre, come una sorta di dimostrazione di autorità, diceva al barbiere (in ogni stagione!): “M’arraccumannu curti! cà magghinietta!ci arraccumannu i chicchiriddi! E sfumatura alta! “Ed il negriero (il barbiere “u zzù Tanu”): “Ci pensu iu : Tu assettati nnò cavallucciu! (a 12 anni!)” Però per una sorta di compensazione mi dava, poi, il calendario “con i fimmini seminuri” e mi diceva: “Un ciù fari a vviriri a tò patri!”
U VARVERI raccolta L.do Vigo epoca 1800
Chè beddu situatu le varveri
Ca l’arti so, è sempri caminari
Và nta lu parruccianu e torna arreri
Oggi, stasira, ca haju chi ffari:
L’assettu nfini comu ‘n cavalieri
La varva ci accuminciu a ‘nsapunari
Doppu la varva lu cozzu d’arreri:
…..”Va jtivinni nun haju dinari!”
Lu varveri comincia a santiari
E maliddici lu nfernu e li santi :
“e iu chi st’arti mi vosi mparari,
era megghiu facia lu furfanti,
veramenti nun pozzu cchiù campari,
affattu affattu nun ci tiru avanti,
un parruccianu mi vulia pavari,
scanciari nun potti na lira vulanti!”
(Franco Gambino)

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