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lunedì 15 marzo 2010

LE "ARANCINE" di lungolanottedidara.....da PAOLO !

"le ARANCINE " di
LungolanottediDara
di franco gambino




una “Genovese”, tra i ricordi, da Paolo :

….LungolanottediDara….



…….chi lo chiama “La dolce vita”, chi lo chiama “… il cornettista” , chi lo chiama “LungolanottediDara”……certo è che fà le “ines”, i “Calzoni”, “le rianate”, “le Arancine”, “i Cornetti”….e tanti altri “pezzi” di tavola calda tra i più buoni della Provincia, per non parlare delle “ Genovesi ” la cui ricetta gli è stata data da una vecchia Zia (Monaca) e che supera di gran lunga qualsiasi altra “genovese” del …..mondo ! ……

…..Mentre aspettavo il mio “lungo” turno da Paolo…..ascoltavo i commenti più svariati : “ Quello si che è scartu ”….. “ Chistu a nzirtò ! “, “ a viriri verso i 5 (le ore 5) di stanotti soccu cc’è di fudda ! “…. Ho chiuso gli occhi quando l’odore buono della gastronomia mi ha “sequestrato” e portato in mezzo al mio passato mentre passava il film della mia infanzia…..quando frequentavo il “Verga” (la scuola media ) in Via Maqueda a Palermo di fronte all’Arco di Cutò : arrivavo per tempo (verso le 8) e già da qualche ora le bancarelle più svariate avevano preso posto aspettando noi ragazzini di scuola media e mi pare di vederle …..il Pane c’à mievusa sutta l’Arcu di Cutò, il Carrettino (trainato dall’Asino) che come una grande friggitoria preparava “pane e panelle”, il banco rù “bummularu” –bomboloni e caramelle di “cento gusti”- , “ il triciclo” ru Sfinciunaru che oltre alla vendita provvedeva ad effettuare le riffe veloci “Suttanovanta” ( bastava prendere , dai numeri della tombola in un sacchettino “oleoso e ngrasciato”, tre numeri la cui somma fosse meno di novanta : si vinceva uno sfincionello puntando pochissimo) il “titolare” era nciuriato… “ L’urtima e tiramu” . Aspettavo fuori, in attesa della campana, i miei compagni tra gli odori sopraffini di quella gastronomia, mentre mi “ammuccavo” l’irresistibile mezza mafaldina con le panelle. Era lì che “confrontavamo” il risultato di qualche compito e lì dividevo a volte la mia mafaldina o le nostre risate con i compagni di classe il cui ricordo è sempre vivo : Mattu, Piscitello, Parasporo, Bevilacqua, Conigliaro e Paolo Borsellino mio compagno di banco. Con Paolo ho condiviso il fascino della complicità, ricordo che veniva con i libri in mano – senza cartella-, dimenticava sempre qualcosa, e assieme, al primo banco, tenevamo “allegre” le lezioni con battute spiritosissime coinvolgendo le Professoresse : Annamaria Pirrello ( lettere), Giuseppina Militello (matematica), Maria Patti di Francese. Ci rivedemmo, spesso, dopo anni a Marsala , ma quel che non dimenticherò mai : il nostro ultimo incontro a Palermo, un giovedì, al mio ritorno da Messina, quando confidò a me e Filippa, tra una “miriade di sigarette”, che non aveva timore di nulla , era quello il suo ruolo e che potevamo lo stesso, fare programmi per una cena a Birgi o a Palermo. Poi, la domenica, l’immane tragedia di “ terroristi senza onore ” . Credo che basti niente –un odore, una musica, un’immagine- per chiudere gli occhi e aprire i “rubinetti” della memoria per rivivere le cose, la gente, le idee, i dolori, i rimpianti, le curiosità , le gioie, i successi , gli errori……..mentre vengo scosso da un saluto, in attesa delle mie “Genovesi di LungolanottediDara” : “Ti saluto Cicciu, a nuddu canusciemu pi …..? ”…… mentre sono preso ancora da quel “magico ricordo” del mio compagno di banco Paolo Borsellino, uno che come me : ha sofferto, ha capito, ha studiato, ha vinto, ha perso, ha amato e che attraverso me , ha fatto vedere, ancora oggi, come sei, rispolverando quest’album dei ricordi della memoria…..anche se a volte, nelle “cose nostre”, c’è sempre poco da stare allegri, ma tutto può essere raccontato allegramente o “perlomeno” ….per ridere anche quando non c’è niente da ridere…come solo noi siciliani sappiamo fare, magari davanti ad una Genovese di Paolo….. cavura, cavura !

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