Associazione Culturale "PRO BIRGI"

Associazione Culturale "PRO BIRGI" per la Valorizzazione e lo Sviluppo di BIRGI e della Sua Riserva Naturale * ___________________________________ BIRGI e lo STAGNONE ! : .....unni l'aceddi ci vannu a cantari e unni li pisci ci fannu l'Amuri ! ________________________________ Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001

sabato 11 agosto 2012

marsala c'è .......il quotidiano di Marsala .......Rubrica : "M'assettu fora a lu lustru di la luna...."

                                                                                     " LEVATI I MANU RU' CALIATURI "



...levati i manu rù caliaturi!


VENERDI' 10 Agosto 2012

Ora accumincianu….”festi e prucissiuoni “ d’agosto e…s’arricuogghinu tutti i siminzari ….Con le loro antiche e pluridipinte bancarelle, invadono “tempestivamente” vie e piazze dove fedeli e pubblico in genere stazionano per assistere alla processione …..unitamente ai tanti giovani (per passare in rassegna le ragazze della Contrada o del Paese). Alla “masculiata” dell’alborata già …..le bancarelle sono stabilmente piazzate, magari dopo qualche litigio, per l’accaparrarsi il “posto” più in vista. Fa...parte del Folk-Lore un ometto che “trascina” la sua bicicletta supercarica di sacchiteddi” contenenti ….il passatempo preferito dei…”fedeli”. Sto parlando della figura “rù siminzaru”….che, detto così, sembra sminuire un’attività che affonda le sue origini in molti secoli passati. Sia il Pitrè che il Cocchiara annoverano, il siminzau ed i suoi prodotti tra le figure ed i cibi di strada, facenti parte di una gastronomia rituale siciliana. Palermo credo che raduni le più belle bancarelle della Sicilia …”pittate” con colori intensi, vivaci, sfolgoranti la cui apoteosi si manifesta in occasione del “Fistinu”, nel suo tradizionale “TRIONFO della SANTUZZA”. Che scena fantastica si presenta agli occhi dei visitatori (anche occasionali….) nel percorrere centinaia e centinaia di metri tra due ali di folla assiepata ai lati della strada nella frenetica, ansiosa attesa del passaggio del lunghissimo corteo….di una processione religiosa, “p’ammazzari u tiempu” : tutti con la testa in su, tra cielo e balconi -curiosando- , con la mano sinistra impegnata dal “cuppitieddu” di calia e simienza oppure di altro “scacciu” (noccioline,fave caliate, pistacchi atturrati….) e con la mano destra , stretto tra indice e pollice ciò che si deve “scacciare” con molta spontaneità tra i denti…attraverso un semplice gesto – ricorrendo, a volte, all’aiuto della lingua – per cavare un seme, che degusterà, abbandonando istintivamente “le scocce” (gli involucri) a terra. Alle spalle dei “fedeli…. consumatori di calia e simienza” vanno su è giù le piccole bancarelle ambulanti, che , dentro un grande tino, attorno un enorme “blocco”di ghiaccio in un tino vengono posti vino, birra, ed altri beveraggi che costituiscono le grandi bevute nell’intervallo dello “scacciu”. Le bancarelle dei siminzari, quelle fisse : una “paziente” posa in opera di tralicci, con un apparato di telai , (preparanti molti giorni prima del lungo evento) che vengono ricoperti da pannelli scenograficamente istoriati (come i nostri carretti…) e riproducono scene dei “Paladini” ornati sapientemente, come nella pittorica tradizione popolare, dai motivi d’ornato con la solita gradazione dei sei colori siciliani dominanti e senza chiaro scuro : rosso, giallo, giallo più chiaro, il dorato, il verde, il blu , il fondo bianco o a volte turchino con una filettatura in nero che in genere contorna o racchiude le figure . Le carte veline multicolori sono poste alla base dei piccoli reparti che dovrànno accogliere “lo scaccio”….mentre fanno bella mostra di sé : le decine di bandierine sparse in tutta la “bagattella” e che riportano la figura della Santa o del Santo (a seconda dei casi…) ; cartoncini, festoni di cartoncino, stagnole luccicanti, e sparsi qua e là oltre all’immagine religiosa troneggiano figure o paesaggi lasciati alla fantasia del Pittore…..il Vesuvio, sfondi con barche sul mare, Garibaldi a cavallo…..ca si pigghia u ZiCafè, Napoleone chi riri mmenzu i fimmini…. E un Santu/a a piacere, secondo la devozione del committente etc. etc. In uno degli angoli della baracca ad anfiteatro rù siminzaru, è facile trovare una grande “quarara” dove vengono esposti, tenuti a bagno, i lupini, mentre nell’altro angolo è posizionata una piccola “furnacella” che viene utilizzata per “caliare a ruobba” o per le caldarroste (….a loro tempo). Al centro fa bella mostra di sé a…”valanza”, con i piatti sempre lucidati con il sidol, posta sopra una cassettina che accoglie la cassa ……Al calar dell’oscurità come per incanto vengono accese numerose grandi lampade a pera unitamente ad una piccola luminaria ad arco posta al centro, come invito alla festa ad attirare l’attenzione sui prodotti esposti a “munzieddu” e geometricamente, con grande pazienza collocati a piramide : A simienza cù Sali e senza Sali, a calia , più o meno “atturrata”, “i nuciddi amercani”, “i nuciddi atturrati”, “i cruzzitieddi” (castagne secche), carrubbi sicchi, i favi caliati, Nei miei ricordi di gioventù, mio Nonno mi portava a vedere ( ed a salutare) la postazione rù “Zzù Santu, u miricanu” (del rione Noce) la cui baracca era la più grande e ricca, ben fornita, a tal punto, che gli altri venditori, per non sfigurare, si tenevano ad una certa distanza, per non ”armari o latu d’iddu” ! Molti aspetti e molte frasi sono derivate nel tempo attraverso i termi legati a questi prodotti di “passatiempu” : Con il termine “calia” in genere si apostrofa qualcuno quando gli si deve dare dell’ignorante abbreviando la frase con “gnuranti comi à calia”. Così come quando qualcuno pone lo sguardo o le mani su qualcosa che non gli appartiene ecco pronta la frase : “ levati i manu rù caliaturi “ ( il caliaturi come dicevo prima è quell’involucro di ferro , posto sulla fornacella, dove si mettono ad abbrustolire i prodotti). Alla fine della caliatura si mette qualche goccia d’olio per dare lucentezza al prodotto. Nel rione della Noce a Palermo i ragazzini andavano con piacere a vendere la calia e simenza in enormi panieri , dentro il Teatrino dell’opera dei Pupi in Via Vincenzo Littara o in Via Simone Raù , e abbanniavano con foga per vendere tutto il prodotto….. venivano così premiati per assistere gratis allo spettacolo : “Caura, caura, l’aiu ! “….In molte parti della Sicilia (tra cui Marsala….) come riferisce il Pitrè, la baracca si trasformava, poichè veniva utilizzata una barca su ruote con tanto di vele, bandiere, pennoni e carte colorate e i “picciutteddi” in festa facevanu…. “l’olè!” . Mi scuso con i miei Cari Lettori se qualche volta mi lascio prendere dai ricordi, contrastando a volte qualche “globalizzato” tenta di farli scomparire ! Ma loro , sono sicuro, restano indelebili nella tantissima gente che come me, li porterà sempre nel cuore. Buon ferragosto a tutti ! ….chi cauru !















A li quinnici d’austu



Appendice al Rosario cantato dai Sanpantaliari



al BAGLIO ABELE- Birgi per devozione alla



Beddra Matri di TRAPANI – canto tratto dal fervore popolare



come nell’antica tradizione dei loro bisnonni a



San Pantaleo (già Mozia)







A li quinnici d’Austu e la rosa spampinau



E Maria ncelu acchianau per un’eternità



Ritornello (due volte dopo ogni strofa )………



“ O Bella Maria di Trapani nn’aviti a riparà ! “



1) E cch’è beddra sta curuna e chi Vui tiniti ntesta



Quannu veni la vostra festa , la gran festa chi ci sarà



2) E cch’è beddru stu mazzettu chi Vui tiniti npettu



Fa un ciavuru enelletto, bell’odore che vi fa



3) E cch’è beddru stu mazzettu e chi vui tiniti in manu



Fa un ciavuru sovrano , bell’odore che vi fa.



4) E cch’è beddru stu diamante chi tiniti nta stu iritu



È lu vostru divino spirito è la Vostra Santità.



5) E cch’è beddra sta vostra vesta è celeste e arraccamata



Vui siete immacolta di tutta la città.



6) E cch’è beddra sta vostra vesta e celeste e turchina



Vui siete la matri divina di tutta la città



7) E cch’è beddru lu vostru mantu esti largo quanto il mare



E nn’aviti a rriparare per tutta la città



8) E cch’è beddra sta scarpuzza chi tiniti nta stu peri



Pi lu jornu di San Micheli la ran festa chi ci sarà



9) E sutta li vostri peri ci tiniti la mezza luna



E vui sieti la patruna di tutta la città



10) E cch’è beddru stu stilariu e chi vvui tiniti attornu



Quannu veni lu vostru jornu la ran festa chi ci sarà.



11) Quattru Ancili calaru e a Maria la ncoronaro



Incoronata chi ffù rigina pi l’eternità divina.



Finale:



--Lodiamo cantiamo la Vergine Bella di Trapani amante



felice e costante di Trapani fù …..



e viva e ssempre e ssempre viva nel nome di Gesù



…..ora parlato ( 2 volte) :



Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo



e divinissimo Sacramento .



a Birgi dove tutto è..tradizione !





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