Associazione Culturale "PRO BIRGI"

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domenica 15 luglio 2012



FORTE con i deboli e debole con i FORTI PDF Stampa E-mail
Scritto da Franco Gambino       x   Marsala c'è
Venerdì 27 Gennaio 2012
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Primi anni '50, quartiere del “Rione Vespri” di Palermo. Tra i miei ricordi di fanciullo c’è una mia aspirazione giovanile : quella di entrare in seminario (il Seminario Arcivescovile…era proprio vicino casa mia in Via dei Vespri) e studiare per diventare….”Monsignore !”. Ricordo che quelli erano i tempi che mi vedevano frequentare la Chiesa di Via Paolo Emiliani Giudici – “Maria SS.ma del Fervore” ed il mio Padre “spirituale” era Don Luigi Di Noto….il quale mi aveva insegnato a “servire” ogni tipo di  funzione religiosa e ad accompagnarlo (con la veste di chierichetto)–portando il secchiello con l’acqua benedetta e l’aspersorio – presso gli ammalati o i vicini all’ultimo viaggio…. I miei genitori (soprattutto mio Padre…) avevano preso la cosa con una certa “leggero sarcasmo” perché, conoscendo il mio carattere estroverso e allegro , in ogni mia performance religiosa vedevano una sorta di “commedia popolare”…..ed in effetti ... l’ambientazione ed i personaggi erano “precisi”….: tra i miei ricordi, ad esempio, c’è la mia grande cura nella preparazione dell’incensiere …quando prima della funzione attizzavo i carboncini “svampandoli” all’esasperazione, come una specie di barbeque e colmandoli d’incenso….si comprenderà quindi come alla mia benedizione delle Palme (nella domenica che precede la Pasqua) tutte le persone anziane con le palme alzate avvicinandosi il più possibile all’altare non riuscissero più a respirare per l’enorme “fumo” che fuoriusciva dal mio incensiere che io, imperturbabile, agitavo fino all’esasperazione tra le grida dei più vicini alla balaustra ….: “Basta ! Livaticcillu ! Stamu affucannu, Basta, Basta ! “ mentre Don Di Noto, con un sorriso di convenienza, dall’Altare, mi comunicava con la mano di sospendere…l’attività. Fu così che poi fui accontentato ed entrai in seminario….ma dopo 3 giorni di “ambientamento” mio Padre fù convocato dal Direttore e gli fu consigliato di farmi seguire altre vie….nella vita. Proprio nella via dei vespri, di fronte il Seminario,  avvenivano alcuni fatti , che rimanevano impressi nella memoria di noi ragazzi che ci riunivamo per giocare.. Questa storia (una delle tante…) si riferisce ad un artigiano di quel quartiere e mi è stata “ricordata” da un mio ex compagno di giuochi recentemente incontrato……e che riporto per i miei Cari lettori, soprattutto –essendo, a volte, ancora…… “attuale” come toccasana, per ciò che riguarda, soprattutto,  il finale... Da qualche tempo si aggirava per le strade del  rione “Vespri”, tale –Matteo Cosacavura- (non si sa se fosse un cognome o la storpiatura di qualche nome proprio, o una nciuria, ma era conosciuto così)….. Era un tipo dal fisico normale, sulla 60..na, che si distingueva per una certa  “postura” nel presentarsi e dalla classica “annacata” nel camminare…..adombrando un atteggiamento  presuntuoso, arrogante, borioso….. . Un pò stupido, ma con fare altezzoso, si faceva beffe di tutto e di tutti ( ritenendosi furbo ed intelligente…) , credendo  nella sua forza fisica ma sostenuto ovviamente dalla sua presunzione . Era un attaccabrighe, un violento, uno che viveva di espedienti,  un classico "malacarne" che tendeva a primeggiare con le grida e la sola forza dei suoi muscoli. Era temuto proprio perchè non esitava a venire alle mani con chi tentasse  di contrastarlo.  Alla fine di una ennesima lite, una volta furono chiamati persino i carabinieri, ma pare che i malcapitati tutori dell'ordine vennero presi a botte da Matteo Cosacavura, e, quella volta,  se la cavò con una lieve condanna... Negozianti, passanti, parenti, abitanti del rione, erano letteralmente terrorizzati dalla sua presenza... Una persona in particolare era però il suo bersaglio : un ometto piccolo ed esile, che lavorava come   falegname nel quartiere, e che, ovviamente, non aveva le qualità fisiche per confrontarsi con  Matteo... …… gli girava le spalle e non dava retta alla sua caparbietà , alle sue imposizioni, ai suoi sfottò, sostenuto da tante persone che, in privato, gli consigliavano che era meglio lasciarlo perdere........Il tutto durò per un periodo abbastanza a lungo, e tra un alterco e l'altro, uno sfottò e una minaccia, un bel giorno il bersaglio preferito del gradasso, stanco e avvilito dall'ennesima presa in giro, uscì dal suo laboratorio e affrontò Matteo Cosacavura, al quale non sembrava vero di poter dare una lezione al minuscolo ometto, mostrando i suoi muscoli. Nel momento in cui, in mezzo a un cerchio di spettatori, Matteo, stava per suonargliele di brutto, l'ometto tirò fuori dalle tasche un trincetto, e tagliò letteralmente in due il voluminoso addome di Matteo Cosacavura , da fianco a fianco... L'epilogo fu da…...macelleria : Matteo  cominciò a correre per tutta la via Carlo Pisacane fino al Corso Tukory,  con la mano sul ventre squartato, da cui pioveva una cascata di sangue, e, particolare macabro, molti notarono (compreso chi mi ha ricordato questa storia….), che fuoriusciva qualcosa  dal grosso squarcio... Matteo  stramazzò per terra e morì lentamente, nonostante l'accorrere dei soccorsi dal vicino Policlinico L'ometto fu arrestato ma non rimase a lungo in carcere perchè ebbe molti testimoni a favore, e gli fu riconosciuta la "legittima difesa"....... Se il  Cosacavura avesse letto la storia di Davide e Golia, forse avrebbe vissuto più a lungo...
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Carduni vilinusu
L.Vigo-Racc. Ampl.Canti Popolari
n.2628  pag.444
Facciazza di carduni vilinusu
Ancora ntra lu stommacu nun m’hai :
Un ti finciri nò tantu ngannusu
Ca nun sì omu o nun cci hà statu mai ;
ca sì un canazzu greviu e stuffusu
ca cchiù nun ti cueti quannu abbai ;
Viri chi aria misi stu fitusu
‘nta quattru jorna ca lu praticai !

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