Associazione Culturale "PRO BIRGI"

Associazione Culturale "PRO BIRGI" per la Valorizzazione e lo Sviluppo di BIRGI e della Sua Riserva Naturale * ___________________________________ BIRGI e lo STAGNONE ! : .....unni l'aceddi ci vannu a cantari e unni li pisci ci fannu l'Amuri ! ________________________________ Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001

venerdì 8 febbraio 2013

Marsala c'è : il QUOTIDIANO DI MARSALA



…Don Saruzzu, sugnu tutta pi vvui! …
                                             aspettando Carnevale! ...


in edicola  VENERDI' 08 Febbraio 2013

….“intratteniamoci” con una storiella che nei tempi andati, pare, sia rimasta per molto tempo nella mente e….”nella bocca” di molti !.......Per mio conto, l’ho appresa durante i miei “trascorsi bancari”, ed ora (un po’) riveduta e corretta (con nomi di fantasia) la propongo….nell’attesa che…appaiano le maschere ! ….ma, sintiti u fattu !....epoca : dicono….anni 50’ : Immacolata, Annunziata e Addolorata erano tre sorelle.. Mentre Immacolata un s’avia maritatu (…. perché, molto religiosa, pare,... volesse restare fedele al suo nome….ch’era tutto un programma ! ), le altre due, Annunziata e Addolorata si erano sposate. Delle tre, Annunziata era una beddra fimminuna e aveva un’aria intelligente ma, “aciddiava un poco”, anche se nei limiti, cominciando dal suo nome: si faceva chiamare infatti Nunziatina . Addolorata, meno bella, aveva provato anche lei, dietro suggerimento (r’à suriella ! ) a correggersi il nome, facendosi chiamare….”Dolores” ma con scarsi risultati…..dato che a Finuzzu, suo marito (un uomo “urdinariu”…), un ci putieva “appaciri” ! - Nunziatina, invece aveva fatto un “bellu matrimoniu”…si era sposata con un dentista di nome Saruzzu (nciuriatu “Scagghiazzi” ) e si può dire che la loro unione fosse serena e felice, con tre bei figli. Ma, comu dicevanu –puru- i “Ciulluvii”, nei discorsi del Circolo….: ” l’uomo a quarant’anni….si stanca di una vita monotona…-pani e tumazzu- ovvero…..Casa, lavoro e preghiera !“…..picchì, dopo quindici anni di matrimonio, ” cc’è bisogno di qualche ‘vintiata nuova’ “.e, questo pensava Saruzzu ! E non è che Nunziatina non “fussi cavura”, ma il marito forse aveva bisogno di un “vuccunieddu extra” . Per questo s’avia un pocu arrifriddatu con la moglie e i loro rapporti erano ….fermi : e, iddru dicieva….. ca era tutta colpa dell’eccessivo lavoro che lo rendeva senza forze, sfinito, con evidente delusione per la moglie, Nunziatina. - Fu così, dunque, che la stessa Nunziatina, una sera che lo vide più stanco e apatico, gli suggerì di recarsi qualche volta al Carnevale di “Saleme”, dove si poteva sbariari un pocu ! Infatti negli anni 50 a “Saleme” per Carnevale, la gente pareva impazzita. Quasi tutto il paese ogni sera, da fine gennaio alla fine del Carnevale, si trasformava in un’enorme balera, dove si abballava all’aperto, nella piazza e nelle strade adiacenti, sotto le luci e al ritmo delle musiche diffuse, attraverso altoparlanti a campana, da orchestrine che si alternavano ,tutto sponsorizzato dai Bar locali in mezzo a nuvole di coriandoli e stelle filanti, mentre certi “ragazzuoli” facevano scherzi lanciando borotalco o acqua saponata….. cà pumpietta ! In quei giorni si doveva far baldoria, con maschera o senza maschera ed il ballo era il re della festa.. Attenzione, però: chi non aveva neanche un segno del …”Carnevale”, come ad esempio una mascherina o un nasone con baffi, poteva essere “attaccato” da buontemponi mascherati e costretto a pagare “la vivuta al bar” o una consumazione. Occorre precisare che la parte principale la svolgevano le donne in maschera, che, dopo…. mesi di reclusione, erano finalmente libere di mascherarsi e di andare ad “impegnare” l’uomo che più le attraeva, trattenendolo tutta la serata, o dandogli appuntamenti veri o falsi, permettendogli qualche piccola “avance”, lasciando il “fortunato” nel dubbio della loro identità che lo avrebbe tormentato a lungo: “Chi era? ”. Nonostante …. alcune si lamentassero di qualche….“trasgressione” di coppiette che si appartavano nei vicoli, tutto era giustificato dal fatto che era Carnevale….all’insegna del divertimento. Una sera, dunque, Saruzzu si recò a quel Carnevale e non gli fu facile convincere quel semplicione di suo cognato, Finuzzu ad andare con lui…… gli aveva prospettato l’ipotesi di qualche avventura, sempre gradita: per evitare di pagare ai buontemponi, bastava portare in testa una vecchio cappello ed una bella maschera. Saruzzu e Finuzzu partirono per “Saleme” con la moto “Guzzino” di Saruzzu. Ma poco dopo li seguirono (insospettate), anche, Nunziatina e Addolorata, con la Topolino nuova di Finuzzu. Per fortuna Nunziatina sapeva guidare. Il piano di queste donne era ben congegnato: “impegnare” i mariti senza farsi riconoscere e verificarne….la fedeltà. Per questo, nel mascherarsi, avevano cercato tutti gli accorgimenti per non farsi riconoscere: Nunziatina rendendosi più carina, con l’addolcire e riempire le sue forme….. Addolorata rendendosi più…intrigante con un vestiario da….strada…., stafalarieggiante ! . L’avventura di Fiunuzzu durò ben poco. Dopo alcuni balli e uno strano,languido ammiccamento, Addolorata lo condusse in un vicolo, dove lui non seppe tenere le mani a posto, e,convinto di essere arrivato……dicendo fra se : “Ccì siemu ! “, si trovò, invece, a tu per tu con la moglie e ne ebbe graffi e ceffoni dei più feroci, con la minaccia di conseguenze peggiori se si fosse permesso, lui sposo e…. ancora senza figli, di pensare di fare un decimo di quello che aveva tentato di fare quella sera. E guai se avesse accennato a chicchessia, compresi i cognati, della disavventura di quella sera. Sicché il poveraccio acquistò ad una bancarella un’altra maschera, se la mise in faccia, per non far vedere gli occhi neri ed i segnali della “capuliata” ed attese Saruzzu…. tornò a casa mogio mogio raccontandogli di essere stato preso in giro da un uomo travestito da donna (cosa che provocò ripetute risate e sberleffi…!! .) e di quel Carnevale -per la vita- non volle più sentirne parlare ! Per Nunziatina le cose andarono diversamente. Dopo la prima serata di approccio, di fugaci sorrisi e di vaghi intendimenti, lei tornò quasi tutte le sere a quel Carnevale. Metteva a letto i bambini, per altro custoditi dalla sorella…. Immacolatella, e partiva con la solita Topolino. Dopo l’incidente fra Finuzzu e Addolorata, da questa stessa riferitole, aveva dovuto pregare la cugina… Liberatuccia, di accompagnarla, perché non stava bene che una donna uscisse da sola , specialmente di sera e per andare in un altro paese. Nunziatina aveva sempre lo stesso costume: un domino nero con ricamato un grosso ragno sulla schiena, una maschera di cartapesta scura, il cappuccio in testa, guanti di lana grigi. Nel suo comportamento sapeva contraffarre voce e gesti in modo tale che a Saruzzu diventava impossibile supporre chi era la Dama. Gl’incontri serali duravano non più di mezz’ora….. il tempo di eccitare il cavaliere, divenuto gentile e mammalucchinu con lei..che tutto contento rivolgendosi alle “maschere” che ballavano ripeteva : “ …e ssù minni !” e tutti in coro a rispondere : ….”cci jamu a casa ! “ ! Subito dopo, lei ripartiva di corsa, per giungere a casa prima del marito. Tutto andò bene ogni sera, come aveva previsto Nunziatina, e presto si sviluppò un…..“romantico amore” fra il dentista e la….. sconosciuta, la quale aveva promesso di svelarsi l’ultima sera. Intanto Saruzzu non faceva che ringraziare il cielo per la fortuna che gli era capitata, lodando le “forme....”, il fare ed il “caldo amore” della sconosciuta. L’ultimo giorno di Carnevale, Saruzzu, chiese alla moglie se volesse andare a vedere i carri allegorici. In caso affermativo pensava di accompagnarla e poi rientrare prima di sera: e ciò, per dimostrare un certo interesse per lei. Ma la moglie rispose di non avere voglia; e poi doveva badare ai bambini. Così lui partì un po’ prima, sperando nella rivelazione finale della sua dama. Ma quella sera lei non venne. Saruzzu non sapeva che pensare. Attese fino a mezzanotte, assistendo in piazza alla “cremazione” di Re Carnevale in mezzo ad una calca “commossa”, e poi, inforcando il suo “Guzzino”, prese la via di Matarocco . “Peccato, però, pensava : “ Proprio l’ultima sera……un sogno finito male !”. Invece la sua dama la trovò a casa, seduta sulla poltrona, in camera, col costume di ogni sera indosso e la maschera di cartapesta rovesciata sul letto. Proprio lei…..e rabbrividì…….” Tu? “… “ Sì, si, si proprio io ! “ disse con un vello di tristezza Nunziatina. Qui non ci furono ceffoni o “vuci”, ma una lunga chiarificazione. Poi, come i….. salmi, tutto finì in ……gloria . “Quanto sono stato minchione ! , pensava Saruzzu sul letto.. Avevo in casa una donna così ben fatta e così intelligente, e me ne sono accorto fuori casa. Meno male…. mi finiu buona !”. Da allora in poi non trascurò più sua moglie, apprezzando di volta in volta le carezze e l’affetto che lei sapeva offrirgli. Presto nacque un’altra figlia, che fu chiamata Ninfetta, forse per ….non andare fuori tema con i nomi, tra le donne della famiglia !
E ora….stamu attenti, mi raccumannu……! Che sia un Carnevale……divertevole !

da ...Carnascialate
Racc.Ampl.ma Canti Popolari
L.Vigo – n.4300 - pag.607 - Epoca 700’
Origine - Palermo

Haju un pitittu ca mi manciria
Tuttu lu pani c’havi lu furnaru
Pi cumpamaggiu mi cci addubbiria
Un pisciteddu di menzu cantaru
Mi manciria un porcu cu tutti li pila
Mi manciria crasti cu tutta la lana
E ancora la mè panza nun è china
Mi abbatti comu un toccu di campana !

                                                                                 















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