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venerdì 20 aprile 2012

dal Quotidiano "Marsala c'è" - articolo di Venerdì 20-4-2012

L’aceddu rù baruni friscava! e... c’era poco di babbiari! PDF Stampa E-mail
Giovedì 19 Aprile 2012 15:48
Chiunque si sia occupato di una certa cultura Siciliana, fatta di tradizioni e “cunti”, si è accorto della generale tendenza.- dei cuntastorie- al racconto divertente e curioso , di storie, di personaggi irripetibili, figure eccentriche e dissennate, particolarmente numerose nell'aristocrazia siciliana……quasi ci fosse un dovere di stravaganza… per titolo e per censo. Vicende, a volte, esilaranti, ma anche complicate, riferite in innumerevoli e contraddittorie versioni, continuamente arricchite da...
altre testimonianze (attraverso il “passaparola”) e molti “cultori”, che hanno conosciuto la Sicilia come pochi altri, hanno avuto il piacere di scriverne, e di estrarle dalle leggende metropolitane o paesane. (Orazio Strano, Ciccio Busacca, Cicciu Rinzinu ,V. Linares, G.Augello etc.) e ci affascinano con i loro cunti ; ….. da uno di questi, cunti, ho voluto estrarre e proporre, oggi, la descrizione di un…”personaggio”…sintiti : Il 22 ottobre 1966, nel grigio pomeriggio di un sabato autunnale, veniva inaugurata nel cimitero con un gran brindisi di vino rosso e paste di “mendole”, una fastosa tomba gentilizia. Il "morto", però, era ancora vivo: il barone Duccio Littara di Sanfratello, cui l'aristocratico sepolcro apparteneva, stava con volto ridente e pago, davanti la propria tomba, dicevamo, a contemplare –leggendo e rileggendo- quanto ,Lui stesso, aveva fatto incidere nella stele sopra la “ balata”: "Qui giace Don Merendino Littara, Barone di Sanfratello, nato il 14 settembre 1903 - morto il ……..". Era impensabile, in quel momento, che “sorella morte” lo avrebbe “invitato…. a corte” il 19 Dicembre 1981. Questa sua filosofia, egli stesso la ebbe a dichiarare a un giornalista incredulo e dubbioso : “Carissimo Amico vossia, chi nnì capisci, deve sapere che la vera nascita è la morte, lo vuole capire…si o no ? ”. Aveva ragione, quindi, di pensare alla vita, brindando alla morte …..tanto che volle assicurarsi per l’eternità non una, ma due tombe ….come –secondo lui- si conveniva al suo “rango” : una all’interno della Matrice come a garantirsi una residenza di città per il periodo invernale, l’altra al cimitero….in campagna per la villeggiatura….. c’era “cchiù friscu” ! Nel pagare anticipatamente le onoranze funebri , pretese che nella “cascia” si mettessero 36 sacchetti di terra , uno per ogni suo feudo…...e delle sue esequie si curassero nove becchini specializzati, in alta uniforme mentre il loro capo avrebbe dovuto indossare la livrea baronale –di casa sua- guidando la lussuosa carrozza trainata da 8 cavalli bianchi. Il cerimoniale curato dalla Duchessa del Fondo Antico, doveva prevedere un elenco ben selezionato di 300 invitati sorridenti, ben assistiti da 40 inservienti con vassoi di paste di “mendola”, bignè di ricotta e gelati di scorsonera e cannella…il tutto continuamente “innaffiato” da un Marsala vergine,proveniente dalla rinomata Ditta F.lli Mineo di Marsala. Al seguito la banda di Mezzojuso impegnata nell’esecuzione di marce ! Poi, raccomandò al Cav. Serafino Conforto (titolare della Ditta di Onoranze Funebri) che il suo funerale doveva essere …. una festa ! Un po’, diversa, però, si rivelò , in seguito, la realtà. In una giornata rigida di fine dicembre è morto il Barone Littara di Sanfratello …..ma è' stata una cerimonia come tante altre !…….hanno accompagnato il feretro poche decine di persone…. con 7 corone di fiori . La “cascia” di legno d’abete era adagiata su uno sgangherato treruote Piaggio a motore (assordante !), che un autista dormiente, alle 2 del pomeriggio, faceva procedere lentamente, con passo “funereo”. “Tutti “ gli accompagnatori ricordavano “increduli e smarriti” (per quanto avveniva) la solenntà dei funerali del Gatto che, il Barone, si era premurato a far nominare- dal Duca di Santa Flavia-, unitamente al suo uccello “un merlo” : “Referendari ! “ - Gatto e merlo erano “nobili” compagni inseparabili del Barone. In pratica …. da quando era morto il Parroco della Chiesa delle Anime dei Corpi decollati-( Padre Finuzzo Finocchio )-, il gatto, rimasto senza padrone, si era sistemato a casa del barone, il quale lo aveva fatto , dichiarare -come dicevamo- "Referendario" del regno r’ù Capu come il “Merlo” della nobil-casa. Chi frequentava i Circoli nobiliari o le sfarzose località mondane ( Montecarlo, Roma, Venezia, Sanremo, Taormina etc). …..ricorderà senz’altro la presenza del Barone Duccio Littara di Sanfratello insieme ai suoi due “Referendari”: il Gatto in una gabbia di vimini ed il Merlo-in una gabbia a palla, di ferro lavorato e lui, il Barone, nel bel mezzo, con folta barba, in abito “spavillante”, con cravatta sgargiante a fiocco e immancabile fiore all'occhiello. Pare che la servitù del Grand’hotel San Domenico ricordasse il fischio del merlo, quando il barone riceveva le belle donne ( stelle e stelline del cinema o dell’avanspettacolo… ) poiché era lui, il “nobile” uccello ad occupare un posto d'onore, di fronte…l’alcova….esprimendo con “il suo fischio” il parere sulla bellezza delle ospiti (fischio argentino prolungato quando erano belle , fischio debole e lento quando erano…”insignificanti”)…..in pratica anche lui, come il suo signore, era sensibilissimo al fascino femminile e, mondanità e bellezza lo….elettrizzavano o lo rattristavano a seconda della….. scelta del Barone…..questa, dunque, la descrizione –generale- del personaggio. Ho voluto riproporre questa descrizione di un rappresentante di quel mondo, ormai in via di estinzione, fatto su misura per un’aristocrazia spagnolesca e sciupona, legata all’illusorio……che ancora oggi, specie nei piccoli centri, alcuni vorrebbero…. “imitare”, simulando di essere….titolati (?) e….” à la page! “. Il barone, come descritto, si serviva delle sue stranezze, del suo abbigliamento estroso, per vivere nascondendo dietro il travestimento esteriore, le insicurezze di una vita fondata sull’effimero e sul sogno, in una profonda solitudine, vuota di affetti, di scopi , di certezze e ricca di…..”fumu” ! . (ogni riferimento a persone fatti e cose è puramente di fantasia)

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