……Mbrè , mbrè , mbrè, Viva la Sicilia Viva lu Rè……….!
U tammurinaru annunciava in maniera un po’ rumorosa il grande spettacolo del pomeriggio che a seconda dei Titoli : “ Morte di li Paladini”, “Rotta di Roncisvalle”, “Carlu Magnu a Palermu” con personaggi che sono poi entrati nella vita popolare : U Giganti Ferrautu, u Maganzisi (traditore di Magonza), Pilucani (uomo curiusu e ntricanti), Pulicardo, Ruggero, Tamberlano …………aveva un costo diverso….Ricordo che per la “Morte dei Paladini” c’era una ressa di giovani, mentre per la Rotta di Roncisvalle o per l’Orlando innamorato (attesi con impazienza dal popolo) c’era l’annuncio due o tre settimane prima come...
grande avvenimento.
U siminzaru con i suoi “coppitelli” gridava in mezzo alla sala prima della rappresentazione e tra gli intervalli gli spettatori effettuavano un secondo rifornimento . L’acquaiolo serviva la sua acqua fresca col zammù sempre nel medesimo bicchiere e si cacciava tra la folla degli spettatori spuntando qua e là....
Ricordo ancora quegli anni 50 quando per la Festa del Salvatore nella settimana del 6 Agosto venivamo ospitati dai nostri Zii Manno in via Littara alla Noce (Palermo) di fronte la Casa di Zio Giovannino Varvaro. Con i cugini imbastivamo dei giuochi : a guardie e ladri …..e ricordo che la cosa più difficile era trovare chi scegliere per fare il giudice ; oppure alle 5 pietre (con mmanu mmanu, il ponte, lassa e pigghia….), oppure “o fichicchiu” –un legno che colpiva un piccolo cuneo di legno ed a secondo della distanza e del numero dei colpi vinceva chi raggiungeva un certo traguardo. Nel pomeriggio (verso le 17) lo Zio Natale ci raccomandava all’impresario del Teatrino dei Pupi ed entravamo a sbafo in questo mondo fatto di “novità” e la mia sorpresa era il vedere “quel popolo” attento e appassionato che prendeva parte per l’uno o per l’altro eroe identificandosi nella tragedia fino al punto di stringere i pugni e a piangere
Ma la festa come ogni “ festa di mezz’agosto “ a Palermo veniva preceduta da cerimonie e da riti che cominciavano di buon’ora . Così attorno alle ore ore 7 del Mattino la Banda preceduta da una “batteria” di tammurinara faceva il giro del rione annunciando l’inizio….. festaiolo, mentre il Presidente della Congregazione con i suoi dubitati cominciavano a “cogghiri i picciuli”. Ogni sera Palermo era attraversata dalle “varicedde” che, realizzate con grande abilità artigianale dai ragazzi stessi, venivano infiorate ed illuminate con le candele , percorrendo ogni viuzza del “quartiere” al canto di mezz’agosto .Il mio Caro lettore avrà rilevato un certo senso di nostalgia mista a disappunto, perché, pur con difetti riconducibili ad una certa “mafia” (che però aveva sempre vietato l’ingresso della droga in Sicilia) , molte di queste tradizioni “del passato” vengono ancora oggi conservate e sono ancora queste che ci fanno amare questa Sicilia con tutti i difetti del suo popolo, perché questo popolo in ogni risveglio viene baciato dal suo caldo sole e da un nuovo giorno che diventa la speranza sempre in attesa di un “chissà….” , magari davanti ad un buon bicchiere di vino vecchio con l’esclamazione : “Viva a Pruvirenza, ogni beni ri Diu veni “ !
(Franco Gambino)
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