Associazione Culturale "PRO BIRGI"

Associazione Culturale "PRO BIRGI" per la Valorizzazione e lo Sviluppo di BIRGI e della Sua Riserva Naturale * ___________________________________ BIRGI e lo STAGNONE ! : .....unni l'aceddi ci vannu a cantari e unni li pisci ci fannu l'Amuri ! ________________________________ Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001

venerdì 8 marzo 2013

il Quotidiano di Marsala : "MARSALA c'è "


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Rubrica : "...m'assettu fora a lu lustru di la luna ! "                                                                di franco gambino

.“a Fimmina fà a casa e a Fimmina a sfascia!”

                                                                         in edicola venerdì 8 Marzo 2013 

…… i proverbi derivano dall'esperienza di vita di un popolo . Non ci meraviglieremo se i proverbi siciliani, nei riguardi delle donne siciliane, siano decisamente a loro favore, giungendo ad affermare la loro superiorità sugli uomini.!.....e, l’effettiva superiorità delle donne è confermata dalla tradizione popolare riportata dal proverbio siciliano : “A fìmmina fà, a casa e a fimmina a sfascia”…. mettendo decisamente nelle mani della donna la guida della gestione della casa e della famiglia perché,...com'è noto, è “La buona moglie che fa il buon marito”: e il caso contrario, pare che non si sia mai verificato. Un altro proverbio siciliano dice poi : “abbasta nà fimmina e un tammuru pi fari nà rivoluzioni ! “ e la storia Siciliana ci dice …: fù Vespro siciliano, iniziato a Palermo il 30 marzo 1282, al grido -di “Mora, mora!”- di una donna contro gli odiati invasori francesi; e, ancora a Palermo il 12 gennaio 1848, quando fu una donna, Santa Miloro, a sparare il primo colpo di fucile in quella rivoluzione che durò sedici mesi, ed espulse i Borboni dalla Sicilia; così avvenne a Catania il 31 maggio 1860, quando “Peppa a cannunera” scacciò a colpi di cannone dalla città gli ultimi sostenitori della dinastia borbonica, prima ancora che venisse Garibaldi nella città etnea. Ma il proverbio che esprime e definisce l’indiscutibile superiorità delle donne, è quello che (mi) recitava mia Nonna….sommessamente : “Sunnu l’uomini a fari i fatti…ma sunnu i Fimmini a fari l’uomini !”. Accennata quindi l’effettiva superiorità delle donne sugli uomini, credo che sbaglierebbe chi pensasse che esse esercitino, in maniera insolente o irrispettosa, questa loro evidente supremazia: perché esse hanno saputo esprimerla ( e la esprimono) in maniera raffinata con intelligente tattica . Ricordando Martoglio in uno dei suoi sonetti (n.d.r. “Centona”- Orlando e Rinaldo con Angelica) riporta un vecchio detto Siciliano “ Tira cchiù un pilu di Fimmina ca una parigghia di voi (buoi)”…..! e la loro discrezione, la loro dolcezza, il loro rispetto sono tali che in qualunque decisione “ufficiale” la brava madre di famiglia non perde tempo a prendere la sua decisione….(….si farà certamente come lei dice …)…..ma nel suo signorile comportamento affiora il tatto , l’equilibrio : “….quantu ci ni parru cu mmé maritu! “.e lo stesso comportamento assume davanti alle richieste dei figli, con la frase che tutti conosciamo bene :«Viremu chi nni rici u Papà!».. Anticamente il ragazzo innamorato di una bella fanciulla si confidava riservatamente con la propria mamma e, se essa approvava la sua scelta, era Lei stessa che si recava “di nascosto, dalla futura “cummari” per parlare, in maniera figurata….. dell’avvenimento, e la frase ricorrente era……” Gnà Rusidda , chi ffà l’aviti un pettini di…. si-dìci ?(sedici denti) “ ….in cui il “sidìci” lasciava intendere “ Siti d’accordo a diri di sì a stu matrimoniu pi vostra figghia ? “- Se a Gna Rusidda era favorevole rispondeva con enfasi, che…..”aveva un bellu pettini di si-dici” – era dunque disposta con piacere al matrimonio. Ma se la proposta non era gradita, rispondeva c’ù mussu strittu : “Nò gna Cuncetta, mi dispiaci , l’ aju sulu di nò-vi “ – Il no era stato detto diplomaticamente chiaro e tondo…..e alla fine, le donne, avevano parlato solo di….pettini, mai di matrimonio! Se non è intelligenza questa ! Ho voluto descrivere la Donna ….se ci badate bene…. in maniera “costruttiva” , ricordando che tutto ciò fa parte della “festa” che ricorre -.a mio avviso- …..“ogni giorno dell’anno” (!) , sempre che Lei lo voglia….perchè, per la seconda parte del proverbio, credo che la Saggezza, l’Amabilità, la Prudenza , come una volta, alcune donne, dovrebbero (soprattutto oggi !!! ) metterle in atto per non “sfasciare” o “far sfasciare” o far si che altre/i sfascino” le… “loro” case.! Il ruolo della Donna – nella storia, nella società, nel lavoro e nella famiglia – è così importante che va ben oltre il giorno 8 marzo, considerato che sono le donne a migliorare, giorno per giorno, una società che rischia di perdere i valori e, con essi le proprie tradizioni ed il rispetto reciproco…….Jamu al Cuntu di oggi ? silenzio tutti….sintiti, sintiti… eccomi…. dunqui, r’unni accuminciamu ? ah, sissignora……. :…. C'era una volta un sacerdote che aveva una statua della Madonna in casa. Una sera, una persona dispirata, che aveva una picciridda neonata, l’abbandonò a casa di questo sacerdote. Il sacerdote, uscendo per celebrare la messa, vide fuori della porta un cesto con dentro la piccola bimba. Subito a trasiu, la rifocillò e portò il cesto vicino alla statua della Madonna e le raccomandò di guardarla e di aiutarla a farla crescere bene. Maria, fu il nome che la Madonna dette a picciridda, propriu comu a idda ! Con la piccola, la Madonna parlava, la consigliava e la istruiva... Maria cresceva bella e buona. Un giorno il sacerdote s'innamorò di lei perdutamente e voleva sposarla. Maria piangeva e chiese alla Madonna di aiutarla. Una sera la Madonna si trasformò in vecchietta e accompagnò la ragazza al palazzo reale per trovarle un lavoro e toglierla da…… ogni tentazione. La Regina disse: - Mi spiace, ma non c'è lavoro!....e la Madonna:- Neanche per accudire al pollaio ? ….così, Maria restò a corte e accudiva con amore alle galline della Regina.. Il Principe, un giorno, passando accanto al pollaio, volle sapere come si chiamava quella bella fanciulla e come si trovasse lì. Ebbe proprio dalla Regina tutte le spiegazioni. Passarono giorni e la Regina, a poco a poco, scoprì che Maria era una brava ricamatrice e le fece ricamare i fazzoletti del corredo del figlio. Poi le fece ricamare anche le camice del Principe. L'amore con cui Maria lavorava le cose del Principe trasformava i capi di vestiario in capolavori di ricamo: cascate di fiori, scene di caccia, animali e frutti che sembravano veri... Il principe rimaneva incantato da tanto gusto e tanta capacità. Alla fine la regina le commissionò l'abito nuziale della futura sposa del Principe. Maria lo coprì di così struggenti immagini……fatte di albe e tramonti, stelle e cascate, scene di Amore così palpitanti, che il principe s’innamorò perdutamente di Lei, e volle sposarsi con quella povera ragazza ( Maria ), capace di vedere il mondo con occhi così pieni d'amore. Si sposarono e vissero felici e contenti, ebbero tanti figli…e…..u Principinu s’abbrazzau la Sposa…..e nuatri, alluccùti….. tinemu mmanu, cuntenti , a beddra….. Mimosa !


il Canto :
Iu pi li fimmini la vita rugnu
Raccolta F.P.Frontini
“Eco della Sicilia”
50 Canti Popolari Siciliani
Epoca fine 800’

Iu pi li fimmini la vita rugnu,
tutti mi dicinu ca pazzu sugnu.
Giria e vota mettu pinseri,
sugnu simpaticu, cercu muggheri.
Iu pri li fimmini su' a la strania,
tutti s'azzuffanu ca vonnu a mia.
Giria e vota mettu pinseri,
sugnu simpaticu, cercu muggheri.
Iu pri li fimmini cantu a la notti,
tutti mi grapinu finestri e porti.
Giria e vota mettu pinseri,
sugnu simpaticu, cercu muggheri

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