Associazione Culturale "PRO BIRGI"

Associazione Culturale "PRO BIRGI" per la Valorizzazione e lo Sviluppo di BIRGI e della Sua Riserva Naturale * ___________________________________ BIRGI e lo STAGNONE ! : .....unni l'aceddi ci vannu a cantari e unni li pisci ci fannu l'Amuri ! ________________________________ Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001

giovedì 25 ottobre 2012

Dal Quotidiano "Marsala c'è"........nella Rubrica settimanale : "...m'assettu fora a lu lustru di la luna ! "(di Franco Gambino)


Pupi, Pupari e... Pupaccene! (i Pupi a cena)

Venerdì 26 Ottobre 2012

Dopo un comizio di un “candidato” –rappresentante di un nuovo “billissimo pattitu (?)” ascoltavo ( di passaggio in quella piazza….) qualche commento di alcuni miei “Amici” presenti, infervorati dalla politica : “u viri ?….questo Signore u misinu dduocu pi ffari nummaro…..rapprisenta u Partitu “Arrusti e Mancia” nato nella Capitale e se l’ascoltate, mischinu, ha imparato una lezione a memoria e…addio a la “sorti” ….in pratica nella riunione riservata del suo partito “ci dissiru” : “….noiavotri avemu...due oppizzioni : una pubblica “ Proporre agli elettori il nostro migliore programma del mondo” e l’avutra (tra di noi ) : “mittemunni nelle mani r’à Furtuna” – che si sa, da buona divinità romana, qualche aggancio giusto, lì nei palazzi dei sette colli , ci l’avi !. In Sicilia - questo si sapi- la devozione, assume aspetti particolari. E’ giusto pensare che durante questa bella campagna “littorali”, di partecipanti alla Presidenza che s’affidano a furtuna, ci nni sunnu assai ! Nun vi ricu dei fioretti ca fanno in pubblicu : “ Si io vincio un manciu cchiù ! “ oppuru : “Si io vincio… ogni venerdì mi mettu “u Saiu di S.Antuoniu” , e ancora : “Si io vincio sono pronto a farimi crisciri a “varba di menzu latu ”….. Insomma promesse, promesse, ma u fattu è sempri chiddu : La devozione pi ghirisi assittari nella Poltrona ri Presirenti della Regione, ha superato qualsiasi tipo di programma. La “stampa”, ( televisioni, radio, giornali, pubblicità, etc.) assicurano un apporto indispensabile e fedele al rito del…. lancio pubblicitario. Il tono dei “Pupi” è sempre lo stesso – impegni, promesse, prospettive – e s’infervora quando denuncia gli errori o faraoniche iniziative degli antagonisti o di chi ha scelto di star fuori….. dal loro “coro”. Non vi dico cosa diventa nei comizi il tema “emergenza Sicilia “ : …..come un rituale si avventano sul micorofono “ittannu vuci”, “tirranusi i capiddi”, “abbanniannu” colpe di questo o di quello, indignati e disperati , ergendosi a Paladini di una “vera loro rivoluzione”, “decantandola” in tutte le tonalità ! Chi come me, passa per caso da quella Piazza non può fare altro che sorridere perché sa che il Siciliano Candidato, come “chi comizia”, tornerà poi, come al termine di ogni “tornata”, a dimenticare ciò che ha detto in quella piazza, ancora piena di infiniti….. santini . I Pupari di fede, come la sua, sanno già a priori che la loro politica non è altro che…….”Tutto cambia…. perché nulla cambi !“: Una specie di rappresentazione teatrale all’ennesima replica ! Ed in tutto ciò, come non rivolgere il pensiero a quella splendida “cultura Sicilia” dei Pupi e dei Pupari ….. che i Siciliani “riconoscono bene” perchè da secoli anima le piazze, e i fondachi (restaurati) tra gli sguardi “alluccuti” di picciriddi e nonnò !... E, a proposito di Pupi e Pupari…. i pupi non hanno fili come le marionette…Con le aste i pupari li muovono sullo sfondo di scenari colorati….Li muovono al ritmo degli scudi e delle spade…...C’è tanta disperata amarezza in queste parole…un’amarezza sicula…..pupi e i pupari… parole che possono avere significati amari….! Ma il teatro dei pupi ha un altro significato: i pupari "di l’opra r’ì pupi" hanno per i pupi il rispetto "che ogni pupo vuole portato"….Il rispetto che Ciampa, pupo, strozzato, chiede per sé. Forse invano…Questa specie di “puparo” non soffoca i pupi…..; questi pupari animano i pupi….danno voce e sentimento alle loro “sculture” coperte di armature luccicanti… così i bambini davano voce e sentimento alle “pupaccene” regalati dai….”morti”. I pupari raccontano le loro storie improvvisando e recitando….i loro cunti come si raccontava una volta, quando il narratore parlava davanti al suo pubblico che, credeva, anche lui, a quelle favole che raccontano di coloro che si battono contro un potere prepotente e incomprensibile e in qualche modo riescono,sempre a vincere…ed è questa la favola. Siciliana ! E i paladini ne sono i nobili protagonisti…..Nobili non perchè sono conti o baroni e indossano costumi colorati e luccicanti, ma perchè loro, almeno loro, non combattono per sè…I paladini combattono per i loro ideali : religione, amore, fedeltà etc.…e .non per diventare ricchi e potenti… Credo sia questo, ancora oggi, il loro successo attraverso una rivisitazione nostalgica –teatrale. .Ma sapete perché “il teatro dei pupi” ha sempre successo ? Perché in esso “i pupi-attori” non si confondono con i “personaggi contemporanei” essi, nell’onore e nel rispetto delle tradizioni , indossano i panni e le antiche armature miste ai loro antichi ideali !…. I “Pupari”, quelli veri, sono dei veri artisti….. sono autori , attori, scenografi e costumisti, tecnici delle luci, musicisti, impresari, macchinisti con un loro linguaggio , fatto di testi, anche improvvisati e di musiche antiche.… Il popolo siciliano, di questa “cultura” ne ha fatto una sorta d’insegnamento per i “picciriddi” nel giorno dei morti……perché possano cominciare a capire che siamo tutti “pupi-maschere” animati da Dio onnipotente divino, custodito nel cuore di ognuno. Con “i Pupi” possiamo aprirci un varco verso la libertà, in ogni “angolo” della nostra vita – tra arte, politica, tempo,religione, poesia etc.- E credetemi, è questa l’importanza, l’essenza educativa dei Pupi e del Teatrino di essi, nella tradizione popolare. Ed è per questo che nel giorno dei morti in ogni “raccolta di cosi chi mittinu i muorti” c’è sempre la Pupaccena : (“ I Pupi a cena “)-- statuetta di zucchero dipinta, che rappresenta una delle figure tradizionali dei Paladini. (Tradizione di origine palermitana : vengono chiamati “Pupi a cena”, per via di una leggenda che narra di un nobile caduto in miseria, che li offrì ai suoi ospiti per sopperire alla mancanza di cibo prelibato ! ). La presenza, dunque, delle figure di quel simbolo è significativa , perchè espressione di quella volontà di continuare a battersi, con e per i nostri “ideali” che ogni Siciliano porta in segreto dentro di sé…..perchè i Pupi rappresentano un’umile, ma forte segno di resistenza alla rassegnazione dei…”potenti”…….Credo che quest’anno, per la ricorrenza dei morti……(nonostante….la “disperazione” che c’è in giro) ci sarà una “enorme” richiesta di “Pupaccene” !

Pupi e Pupari
di F. Messina – Origine Siracusa

Scrusciu di lanna arreri a na scena,
è prontu u puparu a dari vita a li pupi,
si rapi la tenda e accumincia na storia,
di fimmini e cavaleri in cerca di gloria.
Furiusu l’Orlandu contro u saracinu,
pigghia curaggiu ccu la spada nte manu,
Angelica dispirata nun sapi chi fari
e cerca i capiri unni ci abbatti lu cori.
E oggi sta storia pari ancora a stissa,
di un puparu putenti ca canta la so’ missa,
a lu macellu manna…. Pupi veri,
ppi la guerra unni splenni a luna criscenti.
Ma nun c’è chiù onuri e dignità,
nta sta sfida i stu munnu senza pietà,
li Pupi senza fila su ormai cumannati,
ppi ghittari bummi e fari attintati.
E allura basta ccu sta tragedia pazza,
a ghiucari turnamu ccu l’opera n’chiazza,
Pupi finti e pupari cuntenti
e spittaturi veri ca nun s’aspettanu nenti











giovedì 18 ottobre 2012

.....dal Quotidiano "Marsala c'è"-


Rubrica : "....m'assettu fora a lu lustru di la luna ...."
                                                                  di  Franco Gambino

...Bellu, u vuoi sapiri ? ...Cu tia parru !

Venerdì 19 Ottobre 2012

Bellu, u vuoi sapiri ? : Vi sono due metodi per cancellare l’identità di un popolo: il primo, quello di distruggere la sua memoria storica……. il secondo, quello di sradicarlo dalla propria terra per “confonderlo” con altri popoli !! …….ed ancora, riportando quanto diceva il M°F.P.Frontini : “Centinaia di canti popolari vanno scolorendo ! Il tempo cancella le voci dei vecchi contadini, carrettieri o degli innamorati, come un affresco del quale, tra poco, non si distingueranno neppure i ‘tratti’ “. Grazie agli archivi musicali privati costruiti generosamente da pazienti ricercatori che hanno percorso la Sicilia, con penna e matita o con un registratore in mano, che è stato più agevole annotare la memoria. Ecco, l´esercizio della memoria è alquanto difficile oggi, tra i...giovani della nostra Regione, che, spesso, sembrano…. temerlo. Eppure questa nostra Sicilia “dolcissima e infelice (*G.A.Ruggieri)”, ha avuto in dono una tradizione musicale (“difficile di trovarne di così ampia nelle altre arti”) costruita dal popolo, di voce in voce, di secolo in secolo di decennio in decennio. “Tra un po’ di tempo sparirà tutto” mugugnava spesso il mio M° Carmelo Giacchino : le sue trascrizioni, il suo archivio può essere considerato tra i più importanti, frutto di un´accuratissima ricerca condivisa con Giovannino Varvaro tra gli anni 30’ e gli anni 70’ . Lavoro prezioso, quello di quest’ultimo in molte zone della Sicilia –dove aveva occasione di recarsi per il “salvataggio” di preziosissme opere d’arte grazie al suo restauro pittorico- Tale ricerca, contiene un repertorio vario fatto di Canti d’Amore, di Lavoro, di Serenate, di Canti umoristici-allegri …….. Questo lavoro , adesso, andrebbe assolutamente ripreso, divulgato e salvato. Solo l’Enal negli anni 40, attraverso l’istituzione di numerosi “dopolavoro”, ha sostenuto l’opera culturale per la salvaguardia delle”Tradizioni Popolari”, attraverso la creazione di Gruppi, guidati e diretti da figure di prestigio della cultura popolare, che potevano rappresentare e valorizzare il patrimonio culturale della propria Città o Regione. Il primo in assoluto fu il Coro della Conca d’Oro –Palermo-(1934) costituito come dicevo dal M° Carmelo Giacchino, seguìto, negli anni 40 dai Canterini Etnei del M° Salvatore Riela, dal “Coro delle Egadi di Trapani del M° Settimo Burgarella, dai Canterini Peloritani di Messina, dal Coro Val D’Anapo di Siracusa e, più tardi dal Gruppo Val D’Akragas di Agrigento. Oggi, mentre si spendono centinaia di migliaia di euro per alcuni eventi, nessuna istituzione s´impegna a recuperare e rendere fruibile al pubblico il patrimonio inestimabile della “propria memoria”, la quale, senza un progetto organico di salvaguardia rischia di andare perduta Che ne pensano di questo piccolo problema i candidati alle elezioni regionali o il ns. Sindaco ? Perché in molte altre regioni esistono leggi regionali che sostengono la musica ed il canto popolare attraverso la creazione di “strutture organiche” (serie ! ) che si dedicano alla ricerca , alla valorizzazione, alla divulgazione del nostro prezioso materiale etnoantropologico ? Immaginate il canto appassionato di un fabbro-nella rievocazione del Favara-….esso rivela “l’appillatina” (tipico tempo distintivo della battuta..) che oltre all’utilità pratica del lavoro associava quella del Canto, dando a questo una grande distinzione in cui traspariva l’orgoglio atavico degli antichi artigiani del “bronzo” che con fierezza forgiavano e battevano le armi dei cavalieri…. per la guerra. Ed era l’incudine, che dava i ritmi del lavoro (a tre ! ) con le battute delle “mazze” dispari, che hanno dato, poi, vita al “giambo” come nei modi musicali greci…….particolare, questo, che ha interessato e interessa molto i musicisti !. Quest’esempio, a cui oggi la “frenetica vita” dà poca importanza, è piccola cosa, ma, in ogni caso dà l’esatta dimensione del pericolo incombente…..quello che questo patrimonio vada perduto ! …..Ho avuto modo di dire, domenica scorsa (dopo un mio piccolo concerto di Canti Popolari con mia Moglie al Museo delle Orestiadi di Gibellina, in una breve intervista con un “personaggio” del giornalismo …..) : “ ignorare la bellezza di questi Antichi Canti non è assolutamente possibile poiché per me è come “bombardare” un Museo !..... un documento musicale fà meno impressione se rischia di andare distrutto (cancellato) dalla memoria -anche se molto importante- tanto non lo si conosce ! Una grande opera Pittorica di un illustre Artista non è forse paragonabile al bellissimo canto "A la Riniddota” o a “Canto a Timuni” ?……. bisognerebbe cominciare a capirlo !”. Se tutti sapessero il valore di questo Patrimonio griderebbero allo scandalo……..ed aggiungo:… quanto importante è questa sorgente di studi , destinata all’ispirazione per la composizione di altra musica…..a chi rivolgersi per ispirarsi se non ai propri Padri ? Bellu, u vuoi sapiri ?....cu tia parru ! : Vi sono due metodi per cancellare l’identità di un popolo: il primo, quello di distruggere la sua memoria storica……. il secondo, quello di sradicarlo dalla propria terra per “confonderlo” con altri popoli !! …….Ho voluto ripetere questo concetto perché, chi di “dovere”, possa avere….. un’altra occasione per….meditare.!
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lunedì 15 ottobre 2012

liggitivillu ! vi fà bene !.......taliano's !



Un pezzo di GRANDE GIORNALISMO......!
                                   Grazie Chiara........chissà chi e quanti condivideranno !
da Chiara Putaggio:


... "Ci è stato rubato il tempo, la dignità, il senso del diritto al lavoro, alla salute. Per anni siamo stati storditi da donnine con abiti succinti e da imperatori che ci lusingavano sulla bellezza dei nostri abiti. Ma eravamo già nudi. Ora – cito un amico che porta la sicilianità del mondo – “U nostru sangu un c’abbastava, vuleva l’ossa” – ci hanno strappato anche la possibilità...di parlare, di ribellarci…vorrei che fosse spiegato a che serve un concorso x millantati 12mila posti di lavoro nella scuola se, la proposta delle 24 ore x gli insegnanti serve proprio a ridurre il numero degli assunti. Vige la confusione per la gente a fronte di uno stato (scusate, ma nn riesco a scriverlo maiuscolo) lontano che agisce senza pensare al fatto che, morta la generazione dei Monti & C – tutti già in età da pensione – rimane un’Italia di falsi giovani senza speranze. Mio nonno, scappato dalla prigionia della seconda guerra, è tornato in Sicilia senza più le suole delle scarpe, aveva visto morte e sopraffazione, ma c’era un Paese da ricostruire e tanto lavoro e battaglie da fare con la certezza che indietro non si sarebbe tornati. Ebbene, noi siamo i figli di Uan e Bim bum bam. Siamo cresciuti a merendine e ci siamo incantati davanti ai nuovi media, ma ci siamo dimenticati il senso dell’essere cittadini. NON SUDDITI. Spogliati dello spirito del risorgimento e senza le risorse, né il tempo x pensare, figuriamoci per agire. E allora che fare? Finchè sn ancora vivi i nostri nonni, faremo la spesa, al discount cn le loro pensioni votando chi ci paga le bollette o ci garantisce un pieno di benzina. Perché la nostra dignità vale 100 euro. Vale 100 euro il sangue di chi è morto perché noi potessimo esprimere i nostri rappresentanti. Scegliere chi è come noi e può essere la nostra voce. Ma quasi tutti quelli che espongono i loro faccioni sui manifesti non sono come noi. Non sono precari. Non faticano ad arrivare a fine mese. Non vivono come un lusso una passeggiata allo stagnone. Non temono di non poter avere un secondo figlio per paura di non poterlo mantenere. Ma saranno eletti allontanando ancora di più la società reale dalla sua “rappresentanza”. Eppure tanti anni fa la nostra città ha avuto un grande rappresentante. Si chiamava Francesco De Vita. Mio padre era solo un ragazzino quando lui era già deputato. De Vita abitava a Petrosino e per raggiungere Marsala prendeva l’autobus. Una mattina il conducente si rifiutò di fargli pagare il biglietto. “Per lei, onorevole, è gratis!”, disse. De Vita si arrabbiò moltissimo. “Io devo essere il primo a pagare il biglietto. Io posso e devo dare l’esempio. Qui ci sono tante persone che non se lo possono permettere e pagano lo stesso. Ecco il mio denaro”. Su quel bus tutti lo applaudirono e mio padre, appena adolescente, iniziò a capire cos’era la politica e come si faceva servizio per la gente. De Vita è morto in Svizzera, in circostanze mai del tutto chiarite. Ebbe un infarto, pare.
Mi chiedo cosa farebbe oggi, davanti a questo golpe BIANCO sadico e subdolo che con una serie di mosse sottili e fatte di favori e ammiccamenti ha piegato il nostro paese riducendolo da fiero stivale a ciabatta dimenticata in un bord
Grazie Chiara Putaggio (corrispondente del Giornale di Sicilia)  
                                        
                                                                          

sabato 6 ottobre 2012

Lo Stagnone sta...morendo - Visita del Sindaco a BIRGI



                             Tutto cambierà.......perchè non cambi nulla !
                      Birgi-Lo Stagnone.....chi rema contro ?